Il medico legale ucciso 40 anni fa da Cosa nostra, ricordato Paolo Giaccone. Il sindaco Lagalla:" Coraggioso e esempio di rettitudine morale"

Il professore e medico legale Paolo Giaccone era stato chiamato per fare la perizia su un’impronta digitale attribuita a un pericoloso killer di mafia (Giuseppe Marchese, cognato di Leoluca Bagarella) ma l'integerrimo professionista si oppose a qualsiasi forma di manomissione. Da quella perizia sarebbe potuta scaturire un'accusa per un omicidio avvenuto a Bagheria nel dicembre del 1981.Lui, scienziato scrupoloso non si sarebbe mai piegato agli interessi di Cosa nostra e a qualsiasi forma di ricatto.E quarant'anni fa pagò con la sua stessa vita. Venne ucciso poco dopo le otto del mattino tra i viali, della sua seconda da casa, il Policlinico, che oggi porta il suo nome.Per l'omicidio del professore Paolo Giaccone, fu condannato l'esecutore materiale, Salvatore Rotolo, e poi anche i mandanti, i boss Totò Riina, Bernardo Provenzano, Michele Greco, Francesco Madonia, Pippo Calò, Bernardo Brusca e Nenè Geraci. A Palermo, insieme alla figlia, Milly Giaccone, anche lei medico legale, é stato ricordato, il professionista. Alla cerimonia ha partecipato anche il sindaco di Palermo,Roberto Lagalla:" A quarant’anni dalla sua morte, di Paolo Giaccone conservo il ricordo di un docente intelligente e capace, un uomo buono e soprattutto un esempio di morale. Il suo profondo senso di responsabilità e il suo coraggio lo hanno portato a non piegarsi davanti alla minaccia mafiosa. Una scelta che gli costò la vita, un gesto nobile che ancora rappresenta un punto di riferimento nella lotta quotidiana alle infiltrazioni mafiose e alla criminalità organizzata.Paolo Giaccone è un eroe silenzioso che si iscrive nel novero dei martiri di questa città e di coloro i quali, attraverso il loro comportamento, inviano un messaggio importante alle giovani generazioni”.

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