Messina, raccolta abusiva di risparmi: finanza scopre un'organizzazione transnazionale e sequestra tre milioni di euro

I Finanzieri del Comando Provinciale di Messina hanno eseguito un provvedimento di sequestro di somme pari a
circa tre milioni di euro, nei confronti di 5 persone, ritenuti appartenenti, secondo ipotesi d’accusa, ad una
articolata associazione per delinquere a carattere transnazionale, dedita a reiterate operazioni di abusivismo
finanziario.
Attraverso un articolato schema societario – costituito da holding aventi sede presso la Repubblica Ceca, il Regno Unito, il Portogallo e le Isole Comore - e per il tramite di soggetti residenti sia in territorio estero
che nazionale, è stato documentato come il gruppo indagato avesse effettuato, nel tempo, l’illecita raccolta di
risparmi, principalmente in provincia di Messina, ma anche a Trapani, Bari e Reggio Calabria, del valore di circa
 5.000.000 di euro.In particolare, ai numerosi clienti, molti residenti nella fascia tirrenica della provincia peloritana, venivano
proposti interessanti investimenti all’estero (presentati sotto forma di piani di accumulo, finanziamenti, prestito,
ecc.), con percentuali di guadagno che potevano arrivare sino al 10% mensile.

Gli investitori, peraltro, a loro volta, risultavano anche aver omesso di presentare all’Amministrazione
Finanziaria le previste dichiarazioni sul monitoraggio fiscale, circa la detenzione di capitali all’estero, evitando
l’applicazione dell’imposta sugli interessi percepiti, normalmente assolta dagli intermediari autorizzati. "Nel caso

documentato, sottolineano dal Comando provinciale della guardia di Finanza di Messina,  infatti, mancando a priori l’apposita autorizzazione delle Autorità di Vigilanza, le società estere destinatarie degli investimenti hanno operato completamente “in nero”, senza il rispetto degli obblighi tributari di sostituto d’imposta rispetto alle singole persone fisiche".
Dalle indagini sarebbe emerso  come la complessa struttura risultasse agevolata dalla circostanza come
 alcuni membri del sodalizio oggetto di indagini avessero già svolto, in passato  proprio l’attività professionale di consulente finanziario, così potendo disporre di una vasta clientela alla quale proporre i redditizi investimenti: allettati dai facili guadagni, quindi, i risparmiatori affidavano ai conosciuti referenti somme.

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