Quarantaquattro anni fa la mafia uccideva il giudice Cesare Terranova e il maresciallo di Pubblica Sicurezza Lenin Mancuso. Questa mattina sono stati ricordati in via Rutelli, luogo dell'agguato alla presenza di alcuni familiari e delle autorità civili e militari della città. Le corone di alloro sono state deposte dinanzi la targa sotto il murales che campeggia sul muro dell' IC Giovanni XXIII Piazzi. "Lenin Mancuso era un grande collaboratore del giudice esordisce il questore di Palermo, Leopoldo Laricchia. Lui chiese di accompagnare il giudice Terranova. Quest'ultimo concluse il suo mandato occupandosi della relazione di minoranza che a quel tempo è stata l'input alla legge Rognoni-la Torre che ha cambiato il sistema giuridico italiano per renderlo adeguato a contrastare il fenomeno mafioso. E devo dire che è fondamentale l'aggressione ai patrimoni mafiosi. Uno strumento legislativo che deve essere sempre rinnovato perchè chiaramente dall'altra parte la criminalità cerca sistemi per eludere tutto ciò".
E un ricordo sulla figura di Lenin non poteva che arrivare dal figlio Carmine Mancuso, ex poliziotto e già senatore, oggi presidente della Associazione per onorare la memoria dei Caduti nella lotta contro la mafia: "Una ricorrenza si che riguarda mio padre e il giudice Terranova ma tutte le vittime di mafia. E' importante si mantenere si mantenere la memoria ma è auspicabile che in questo Paese arrivi anche la verità e non vengano puniti solo molto spesso i mandanti. Oggi è morto Messina Denaro che non ha mai parlato e invece sarebbe stato auspicabile per conoscere alcune verità".
Accanto al fedelissimo Lenin Mancuso, la figura del giudice Terranova viene tracciata dalla nipote Geraldina Piazza alla quale abbiamo chiesto un ricordo dal punto di vista umano più che professionale. " Con mio zio andavo a fare la spesa, alla Standa di via Libertà. Ci divertivamo tantissimo, riempivamo il carrello di tutto, ovviamente di tutto ciò che ci piaceva. Poi arrivavamo a casa e ricorso mia zia Giovanna che dopo aver visto la spesa ci diceva " E ora che cuciniamo?" per dire che ci divertivamo nella quotidianità. Era un uomo gioioso , allegro, spiritoso, che amava il buon cibo Era un bravissimo giocatore di bridge, era un gaudente".
Alla cerimonia insieme ai familiari presente il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla che ha dichiarato: “Al di là dell’inconcludenza del processo di verità, nei 44 anni trascorsi dall’uccisione per mano mafiosa del giudice Cesare Terranova e del maresciallo della Polizia di Stato Lenin Mancuso, non è mai venuto meno il ricordo di quell’impegno e di quel sacrificio e fa piacere sottolineare come la commemorazione di oggi sia stata partecipata, oltre che dalle istituzioni e dalle forze dell’ordine, anche da scuole di ogni ordine e grado.
Questo testimonia un processo attivo di informazione, comunicazione e sensibilizzazione che la scuola continua a esercitare nel segno della legalità e dell'educazione alla convivenza civile”. Dopo la deposizione il Cappellano della Polizia di Stato, padre Massimiliano Purpura ha ricordato con una breve omelia questi due grandi servitori dello Stato .
Nessun commento:
Posta un commento