Scegli “il nome della foca”

Registrati all’indirizzo www.ampisoleegadi.it/concorso.php e vota anche tu quale nome dare alla foca monaca che vive alle isole Egadi, in palio un week-end. In giuria Donatella Bianchi conduttrice di Linea Blu (Raiuno) e Antonello Dose e Marco Presta del Ruggito del Coniglio (Radiodue Rai).
Da oggi il popolo del web potrà proporre e poi votare il nome della foca delle isole Egadi.
Il concorso è aperto a tutti gli utenti della rete che vorranno registrarsi al sito www.ampisoleegadi.it/concorso.php e segnalare i loro nomi preferiti, per avere la possibilità di vincere un finesettimana da sogno per due persone alla scoperta dell’Area marina protetta delle Isole Egadi, la più grande d’Europa. Per dare il nome alla foca: www.ampisoleegadi.it/concorso.php

Concorso "Il nome della foca"

Scegli che nome dare alla foca monaca che vive alle isole Egadi (Trapani)
Puoi vincere un weekend nell'arcipelago

La foca monaca, uno degli animali più protetti al mondo, uno degli indicatori più sensibili della qualità dell’ambiente, è tornata a vivere nei mari italiani, da dove la caccia e l’inquinamento l’avevano fatta fuggire. I ricercatori dell’Ispra con il supporto dell'Area marina protetta delle Isole Egadi hanno cercato, scoperto, fotografato e studiato una splendida femmina adulta che ha scelto come rifugio una grotta sulla costa delle isole Egadi, in Sicilia al largo di Trapani.
L’animale non ha ancora un nome. 

Per questo motivo il Ministero dell’Ambiente, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) e l'Area marina protetta delle Egadi hanno organizzato il concorso “Il nome della foca”. Una competizione pensata per due categorie di partecipanti.

La prima si rivolge ai ragazzi delle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie delle Isole Egadi, che dovranno produrre degli elaborati dedicati alla foca e indicare il nome: il migliore si aggiudicherà una fotocamera subacquea. 

La seconda, invece, è aperta a tutti gli utenti della rete che vorranno registrarsi al sito www.ampisoleegadi.it e segnalare i loro nomi preferiti, per avere la possibilità di vincere un fine settimana da sogno alla scoperta dell’Area marina protetta delle Isole Egadi, la più grande d’Europa. Le tappe del concorso web “Il nome della Foca”.

Fase1: Per concorrere e poter vincere il viaggio in palio, gli utenti dovranno registrarsi correttamente al sito www.ampisoleegadi.it inserendo i propri dati anagrafici (nome, cognome, e-mail e recapito telefonico, necessari a rintracciare i possibili vincitori) e inserire nel forum il nome preferito.

Fase 2: Trascorsi 7 giorni dall’apertura del forum, la giuria selezionerà una “lista dei magnifici 10” nomi ritenuti migliori.

Fase 3: I "magnifici 10" verranno messi a votazione con un sondaggio online fra gli utenti del forum. Il nome che prende più voti nel sondaggio vince il viaggio. Se più persone avranno proposto lo stesso nome, si terrà conto di chi per primo lo ha inserito sul forum.
La giuria
La giuria è presieduta dalla giornalista tv Donatella Bianchi, conduttrice su RaiUno della trasmissione “Linea Blu, vivere il mare”, ed è composta anche dal Presidente dell'Area marina protetta “Isole Egadi” Lucio Antinoro, dal Direttore generale dell'ISPRA Stefano Laporta, da Jacopo Giliberto, portavoce del ministro dell’Ambiente e da Antonello Dose e Marco Presta, conduttori della nota trasmissione di RadioDue “Il Ruggito del Coniglio”.
La giuria il 6 giugno sceglierà fra i ragazzi delle scuole di Favignana il nome che riterrà più bello, e sceglierà quale nome assegnare alla foca fra quello votato dalla giuria web e quello proposto fra i ragazzi delle Egadi. Entrambi i nomi selezionati riceveranno un premio.
Per saperne di più sulle ricerche dell’ISPRA nell’A.M.P. "Isole Egadi":

Negli ultimi due anni, nell’area marina protetta delle isole Egadi, è stata condotta un’attività di ricerca svolta dall’Ispra in collaborazione con l’ente gestore della riserva, per verificare, documentare e raccogliere informazioni sugli avvistamenti di esemplari di foca monaca (monachus monachus).
I primi risultati ottenuti dalla ricerca sono estremamente positivi. La conferma della frequentazione e della permanenza nell’area di studio da parte di esemplari di questa specie, anche se ridotta nel tempo e costituita da uno o pochi esemplari, riveste particolare importanza: si tratta, infatti, di una delle specie a maggior rischio di estinzione in tutto il Mediterraneo. La foca monaca era scomparsa dall’arcipelago delle Egadi già da metà anni 70. Di questa attività si è parlato il 16 maggio nel corso di una conferenza stampa al Ministero dell’Ambiente con il Ministro Andrea Orlando. Sono intervenuti il Presidente dell’Area marina protetta, Lucio Antinoro, e la ricercatrice dell’Ispra Giulia Mo, che ha condotto l’attività tecnico-scientifica assieme ad una squadra di ricercatori Ispra e al personale dell’Area marina protetta.

Una prima valutazione sugli avvistamenti nell’arcipelago era stata effettuata dall’Ispra per conto dell’Area marina protetta nel 2004 mentre, durante la primavera del 2010, furono riportate numerose segnalazioni da parte di pescatori e turisti, attestanti la presenza di esemplari di foca lungo le coste di alcune isole dell’arcipelago. In seguito ad un accordo tra Area Marina Protetta "Isole Egadi" e Ispra, si è proceduto all’avvio di un programma di monitoraggio, tuttora in corso, nella primavera 2011. L’Ispra ha garantito l’adeguato svolgimento delle attività con l’impiego di tre ricercatori esperti e con la dotazione della strumentazione tecnico- scientifica. L’Area marina protetta ha affiancato i ricercatori Ispra con personale tecnico-scientifico, attrezzature e un motoscafo con l’equipaggio.
Le attività, iniziate nell’aprile del 2011, si sono articolate dapprima con una ricognizione lungo le coste dell’arcipelago, per identificare le grotte più idonee alla frequentazione da parte della foca monaca. Successivamente si è proceduti all’istallazione di “foto trappole” in alcune delle grotte marine identificate, permettendo così un monitoraggio continuo e non invasivo delle grotte.
Le “foto trappole” sono macchine fotografiche con sensori: scattano le foto automaticamente al passaggio di un animale e non disturbano gli animali con il flash.

La ricognizione delle grotte marine ha permesso di rilevare la presenza di tracce organiche comprovanti la presenza di almeno un esemplare di foca. Il monitoraggio mediante foto trappole ha inoltre permesso di documentare la ripetuta frequentazione di un esemplare, durante l’autunno-inverno 2011. Dall’analisi delle foto, si è dedotto che si tratta di un esemplare di taglia subadulta-adulta, probabilmente femmina. Sempre nella stessa grotta, sono state raccolte evidenze di frequentazione durante la primavera 2012, ma il dettaglio delle immagini fotografiche non è sufficientemente chiaro da confermare che si tratti dello stesso esemplare. I dati relativi al monitoraggio con foto trappole dell’inverno-primavera 2013 non sono ancora disponibili, poiché le avverse condizioni meteo marine del periodo invernale hanno impedito il sopralluogo e il recupero dei dati.

La foca monaca trascorre la maggior parte della sua vita in mare, ma come tutte le altre foche, ha bisogno di sostare a terra per adempiere a specifiche funzioni, come la muta del pelo, il riposo, il parto e l’allattamento del cucciolo. L’habitat costiero terrestre utilizzato dalla foca monaca è costituito prevalentemente da grotte marine con zone interne emerse, ben protette dal moto ondoso dove la specie può soffermarsi per brevi periodi.
Per questo motivo la maggior parte degli avvistamenti si verificano generalmente in prossimità di coste rocciose, spesso in vicinanza di grotte accessibili solo dal mare.
L’utilizzo delle grotte marine è ritenuto essere un adattamento della specie per proteggersi dalla caccia a cui è stata sottoposta nel corso degli ultimi 2000 anni. Tuttavia, le esperienze maturate in condizioni dove gli animali non sono disturbati e non sono oggetto di caccia, indicano che in tali condizioni la specie frequenta anche le spiagge per riposare e accudire la prole. La profondità massima di immersione nota per la specie è di 120m, mentre è noto che è in grado di compiere spostamenti su distanze massime pari a circa 280 chilometri. Come le altre specie di foche, la foca monaca ha una durata di vita di circa 30-40 anni. I maschi raggiungono la maturità sessuale intorno al quinto anno di vita, mentre la femmina matura prima. La femmina ha una gestazione che dura all’incirca un anno, partorendo un solo cucciolo che poi allatta per circa 40-60 giorni.

La frequentazione, probabilmente ripetuta nel tempo, di esemplari di foca monaca nell’arcipelago delle Egadi anche in periodo invernale, è da attribuirsi ad un cambiamento, rispetto al passato, nell’atteggiamento delle comunità locali verso questa specie. È probabile che, grazie a questo atteggiamento di tolleranza, gli esemplari che si sono soffermati lungo le coste dell’arcipelago hanno continuato ad eleggere queste località come rifugi costieri dove soffermarsi per brevi o lunghi periodi, rendendo queste località siti di immenso valore naturalistico proprio per la presenza di questa rara specie. Affinché queste condizioni possano persistere, è importante promuovere iniziative volte a sensibilizzare le comunità locali ed azioni di sostegno socio-economico che possano aiutare a garantire la continua benevolenza dei locali nei confronti di esemplari di questa specie. Poiché la foca monaca è una specie molto mobile ed in grado di spostarsi su ampie distanze, è importante perseverare nel monitoraggio nel medio-lungo termine, al fine di stimare in modo più accurato il numero totale di esemplari che frequentano lo spazio acqueo dell’Area Marina Protetta ed il loro areale di distribuzione. Inoltre, in caso di avvistamento, è importante adottare comportamenti che non spaventino né infastidiscano gli esemplari, come inseguirli o avvicinarsi; nel caso di avvistamenti in barca, ridurre il giro dei motori e aspettare che l’esemplare si allontani da solo.

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