Filiera ittica, sicurezza alimentare ed innovazioni sviluppate nell’ambito della blue economy, questi i temi affrontati dal Presidente del Distretto Produttivo della Pesca Giovanni Tumbiolo intervenendo al meeting “L’Economia del mare per lo sviluppo del Paese”, tenutosi presso il Padiglione della Commissione Europea all’Expo di Milano ed organizzato dal Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) in collaborazione con l’Agenzia per la Coesione Territoriale, Invitalia Spa, ed il Comando Generale della Capitaneria di Porto. Ai lavori, introdotti da Pietro Celi, Direttore Generale per le Attività Territoriali del MISE e Miguel Bernal, Fisheries Officer alla Commissione Generale per la Pesca nel Mediterraneo della – FAO sono intervenuti fra gli altri: Corrado Piccinetti, responsabile del Laboratorio di Biologia Marina e Pesca del Dip. BiGeA dell’Università degli Studi di Bologna, l’Ammiraglio Pietro Verna, Capo Reparto Affari Giuridici del Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto, il Responsabile di Invitalia Luigi Gallo, il Direttore Generale dell’Agenzia per la Coesione Territoriale Maria Ludovica Agrò, e Roberto Rocca, Dirigente Generale Relazioni Internazionali del Ministero del Turismo.
Tumbiolo ha parlato della blue economy, l’economia della responsabilità, individuale e collettiva portata avanti da anni dal Distretto della Pesca e che prevede la rigenerazione e la restaurazione delle risorse marine e terrestri, attraverso una nuova sensibilità: economica, sociale, ambientale, culturale ed antropologica. Il Presidente del Distretto ha evidenziato alcune innovazioni che si stanno sviluppando a seguito del progetto “Nuove Rotte verso la Blue Economy” (P.O FESR Sicilia 2007/2013- linee di intervento 5.1.1.1 e 5.1.1.2) avviato in Sicilia con fondi europei e che vede il Distretto della Pesca e numerosi partners scientifici impegnati nell’ innovazione per sostenere lo sviluppo delle imprese della pesca nello sforzo di superare la crisi del settore. Nell’ambito del Progetto è stata avviata la ricerca per il riutilizzo degli scarti ittici, vedi farina e olio di pesce, collagene, chitosano (derivato della chitina, un polimero che si trova nell’esoscheletro dei crostacei con una percentuale media di circa 22%, che può essere utilizzato nell’industria farmaceutica e nella cosmesi). Il Presidente del Distretto ha poi illustrato alcune metodologie innovative di lavorazione e conservazione del prodotto ittico portando l’esempio delle “acciughe in barrique”, una nuova attività di trasformazione attraverso l’utilizzo di botti in legno di castagno secondo le antiche tradizioni delle industrie ittico-conserviere del territorio saccense.
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