“Mentre la politica si accapiglia su equilibrismi e posti di sottogoverno, com’è di recente accaduto con le autorità portuali, i nodi veri vengono al pettine, come dimostra il sequestro di ieri del molo Vittorio Veneto del porto di Palermo”: lo dice Mimma Argurio, della segreteria della Cgil Sicilia. Proprio nei giorni scorsi il sindacato ha lanciato l’allarme che si perdano le opportunità offerte dalla programmazione europea per lanciare i porti siciliani nella competizione internazionale. “E’ grave che ci siano problemi strutturali – dice Argurio- adesso che il porto di Palermo è stato inserito dall’Ue tra i porti Core. Il problema va risolto subito – aggiunge- per evitare ripercussioni. Si colga anche l’occasione – sottolinea- per aprire la discussione sui porti siciliani e sulla strategia che una regione finora colpevolmente distratta deve tempestivamente mettere in campo per sfruttare le risorse Ue e rilanciare i porti dell’isola facendone volano di sviluppo”. La Cgil rileva che “dei porti occorre individuare funzioni e mission e aggregazioni in base a principi funzionali”. “Bisogna uscire dallo stallo per quanto riguarda gli interporti di Termini Imerese e
Catania- sottolinea Argurio-e risolvere subito intoppi come quello del porto di Palermo che può causare danni economici e di immagine”.
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