Un bel piatto di pasta allo scoglio di... plastica!

di Giuseppe La Manna
Sani come pesci! Si diceva una volta. Ma è proprio così? Le proprietà e i benefici del mangiare pesce sono notevoli e il pesce in generale è uno degli alimenti maggiormente consigliati dai nutrizionisti. Purtroppo la fonte alimentare che contiene il maggior numero di microplastiche è il pesce. Poiché le microplastiche sono particolarmente diffuse negli ambienti marini, alcuni pesci confondono la plastica per cibo. Ciò porta a un accumulo di sostanze chimiche tossiche all'interno del fegato dei pesci.
Le cozze e le ostriche, sono tra le specie con il rischio più elevato di contaminazione da microplastica.

Le cozze e le ostriche raccolte per il consumo umano contengono 0,36-0,47 particelle di microplastica per grammo, il che significa che possiamo ingerire fino a 11000 particelle di microplastica all'anno. Anche nel sale marino sono state trovate particelle di microplastica. È stato dimostrato che le microparticelle, e quindi anche le microplastiche e le nanoplastiche, passano dall'intestino al sangue e potenzialmente agli altri organi. 
Il bisfenolo A (BPA) è una delle plastiche più studiate presenti nei cibi. Di solito si trova negli involucri e imballaggi di plastica o contenitori per alimenti, e può penetrare nel cibo. 
Le microplastiche sono presenti in tutto l'ambiente, compresi l'aria, l'acqua e il cibo. I frutti di mare, in particolare i molluschi, contengono le più alte concentrazioni di microplastiche. Ma se dopo un bel piatto di pasta allo scoglio ci beviamo una birretta? Anche lì ci troviamo qualche frammento di microplastica. Per finire con un bel dolce al miele arricchito di...microplastica!
Ma cosa sono queste microplastiche? Le microplastiche sono particelle di plastica di diametro inferiore a 5 mm disperse nell'ambiente. Oltre alle microplastiche, esistono anche le nanoplastiche, ovvero particelle di plastica ancora più piccole. Le microplastiche provengono principalmente dalla frammentazione graduale dei rifiuti di plastica, in particolare di quelli che si trovano nelle acque degli oceani e dei fiumi. Residui di plastica sono stati trovati praticamente ovunque nei mari e negli oceani. Bottiglie, imballaggi, sacchetti, e qualunque altro oggetto in plastica una volta finito in acqua si spezza in frammenti più piccoli per azione dell’erosione e delle correnti. Questi frammenti, che possono raggiungere dimensioni microscopiche inferiori ai 5 mm di diametro, costituiscono una fra le principali cause di morte per soffocamento di molti pesci ed uccelli marini poiché vengono scambiati per cibo. L’ingerimento accidentale di plastica scambiata per plancton o meduse è un fenomeno così comune che il 52% delle tartarughe marine ne ha subito gli effetti nocivi. La plastica è il prodotto sintetico a più lunga conservazione, si degrada completamente solo in centinaia di anni.
Abbiamo pensato che invece della birretta ci beviamo un bel bicchiere d’acqua in bottiglia? Ma abbiamo scoperto che in ogni litro ci sono circa 10 particelle di microplastica delle dimensioni di 0,10 millimetri, tutta plastica che finisce nei nostri bicchieri e poi nel nostro corpo. Allora ci beviamo l’acqua di rubinetto? Anche lì, ci dicono, che c’è presenza di microplastiche, ma sembra che nell’acqua in bottiglia la percentuale sia doppia. Allora ci accontentiamo visto che non c’è via di scampo.

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