di Ambra Drago
Una cattedrale gremita ha dato l'ultimo saluto a Augusta Schiera, madre dell'agente Nino Agostino ucciso da Cosa nostra insieme alla moglie, Ida Castelluccio e al bimbo che portava in grembo la mattina del 5 agosto 1989 a Villagrazia di Carini.
Semplici cittadini, autorità, mondo dell'associazionismo si sono ritrovati per salutare questa donna che aveva trasformato il suo dolore e quello del marito Vincenzo, insieme da 60 anni, in impegno girando l'Italia, le scuole e aspettando una verità per quell'omicidio che sconvolse la sua vita.
A officiare la messa padre Maurizio Francoforte, parroco di Brancaccio,il quartiere dove Augusta e Vincenzo partecipavano la domenica alla messa. In un secondo momento è intervenuto anche il fondatore di Libera, don Luigi Ciotti.
Risuonano con una forza assordate le parole di padre Francoforte: " Augusta una donna vera, che ricorda altre figure del Vangelo. Una donna coraggiosa, è lei che ha tracciato la via, la segnaletica da seguire alla ricerca della verità e della giustizia. Il Signore nella vita che continua le darà tutto quello che ha cercato".
Parole che pesano come macigni quelle pronunciate da don Ciotti: "Augusta ha chiesto che sulla sua tomba venissero scritte queste parole:"Augusta Schiera, madre dell'agente Nino Agostino in attesa di giustizia anche oltre la morte". Lei consegna a noi questo testimone perché si possa arrivare alla verità e noi ci assumiamo questa responsabilità.
Vincenzo ti abbiamo visto sempre accanto alla tua Augusta, con la tua mano sulla sua spalla, possiamo dirti che noi non ti lasceremo solo e cercheremo la verità. Dobbiamo sentire che quei proiettili, che uccisero Nino e Ida, continuino a colpire le nostre coscienze".
Un pensiero è stato letto anche dai giovani di Libera venuti da tutta Italia con l'impegno di ricordare questa mamma combattente per tutta la vita ma soprattutto durante quel 21 marzo ( la giornata del ricordo delle vittime di mafia) che Augusta aspettava per continuare a portare avanti la sua lotta, il suo esempio e trasferire l'impegno alle future generazioni.
Al termine della cerimonia è intervenuto l'arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice che ha benedetto la salma:"Beati gli operatori di pace e i ricercatori di giustizia recita il Vangelo, un messaggio che traduciamo nel termine cammino e Augusta ci lascia l'eredità di andare avanti e di credere alla parola di Gesù".
La bara circondata dal drappo giallo di Libera e dal Tricolore ha percorso lentamente la navata centrale della Cattedrale accompagnata da Vincenzo, dalle figlie e dai nipoti, che Augusta amava tanto e che erano diventati anche la sua ragione di vita.
In mezzo alle lai di folla il sindaco Leoluca Orlando che ha partecipato alla celebrazione al fianco di Vincenzo e poi il questore di Palermo, Renato Cortese, il comandante provinciale dei carabinieri di Palermo, Antonio Di Stasio e quello Regionale, Giovanni Cataldo, il prefetto di Palermo, Antonella De Miro e il comandante provinciale della Guardia di Finanza, Giancarlo Trotta.
Nessun commento:
Posta un commento