Nuove droghe tra i giovani. Prefetto:"Segnalati 95 minori, sospese 49 patenti.Occorre formare e informare"

di Ambra Drago
Nel primo semestre del 2019 sono quarantanove le patenti sospese per alterazione psicofisica dovuta dall'assunzione di sostanze stupefacenti o alcoliche in violazione degli artt. 186 e 187 del Codice della Strada. E fino al 30 giugno di quest'anno sono stati 95 i minori segnalati per la prima volta alla prefettura per uso di sostanze e tra questi c'è un ragazzo di 13 anni. In questa sintesi c'è tutta l'esigenza di informare i giovani e le scuole dei pericoli legati alle assunzioni sia delle droghe classiche ( eroina, cocaina) sia delle così dette "nuove" droghe.
"C'è un aumento del consumo delle droghe-sottolinea Francesca Di Gaudio-Direttore del Centro Regionale di farmacotossilogia al Policlinico di Palermo -alcune passano inosservate al semplice controllo di primo livello e sono considerate a volte erbe medicinali o degli integratori. 
C'è da dire che alcune sono facilmente fruibili su Internet o vendute negli Smart Shop, poi ne esistono altre che chiamiamo droghe di sintesi (basta che un chimico cambia una molecole e si genera una sostanza diversa) e poi quelle estratte dalle piante, è un mondo sempre nuovo e in continua evoluzione. Bisogna dire praticamente che spesso quando una droga viene messa in commercio e poi viene rilevata dall'organismo statale e inserita in una norma passa davvero tanto tempo e a volte il tempo non basta perché subito in commercio ne arrivano altre".
Non solo è stato registrato un aumento dello spaccio degli stupefacenti come rilevato dalle recenti operazioni di polizia e carabinieri ma anche una richiesta continua da parte di un target molto variegato. Inoltre come emerge anche dalla cronaca recente non bisogna sottovalutare l'effetto che certe sostanze possono provocare in chi si mette alla guida di un auto.
"Si diffonde sempre più l'uso di mescolare droga, quali ad esempio la cocaina, con alcol, un mix esplosivo- sottolinea la professoressa Di Gaudio - in grado di far sentire potentigli assuntori. Questi mettendosi alla guida creano un pericolo per se stessi ( vedi il caso dell'incidente mortale avvenuto a Belmonte Mezzagno dove erano coinvolti dei minorenni) e anche per gli altri. Ecco perché ritengo sia necessario intervenire sulle scuole, bisogna creare una"sensibilizzazione chimica". Il mio consiglio è di fare sinergia tra tutti gli enti che si preoccupano di questa problematica".
La professoressa Di Gaudio dirige il Centro di Riferimento Regionale per le indagini farmacotissologiche cliniche e forensi con sede da dieci anni al Policlinico. Questa struttura dipendente dall'assessorato alla salute della Regione Sicilia da tempo è abilitata a svolgere le analisi così dette di secondo livello, ovvero quelle che riescono attraverso una prova regina a certificare l'assunzione di una sostanza stupefacente che magari da un' indagine in una semplice struttura ospedaliera può sfuggire.
"Attraverso l'indagine di secondo livello - conclude la professoressa Di Gaudio- riusciamo a risalire agli atomi che compongono la struttura chimica di quella molecole che cerchiamo. In particolare questo tipo di accertamenti non solo certificano l'utilizzo della sostanza ma mi individuano anche le droghe nuove. A volte non basta l'esame dell'urina 
( normalmente tracce di stupefacente rimangono per quindici giorni  superati i quali è come se nulla fosse successo). Ecco che noi, come Centro, effettuiamo l'esame del sangue ( ma qui ci vuole il consenso dell'interessato) e capite bene nei casi giudiziari può diventare difficile e allora arriva ( come già abbiamo presentato in Questura in un protocollo siglato anche dall'assessore Ruggero Razza) il controllo sulla saliva".
In questa miriade di droghe sintetiche e non, la prova schiacciante può essere fornita anche da un semplice capello.
"Anche l'esame sul capello- ci svela la professoressa- viene effettuata nell'ambito del II livello. Attraverso il prelievo di una ciocca dietro la nuca o di un capello lasciato sul cuscino riusciamo a individuare il metabolita  Ecco perchè a volte non basta che il genitore insospettito sull'uso di un 'eventuale sostanza da parte del figlio va dal medico curante che a sua volta prescrive un esame di primo livello che magari non è in grado di scendere a fondo perché riesce a individuare solo le droghe classiche. Allora è necessario per agire conoscere  e informarsi e per questo ringrazio il Prefetto per la sua sensibilità nel voler coinvolgere in questa occasione i dirigenti scolastici".
Un incontro formativo e informativo che ha visto partecipare circa 90 dirigenti scolastici che hanno ascoltato attentamente quali sono i pericoli e come diventi fondamentale fare sistema tra tutte le parti sociali, educative e adibite alla sicurezza del territorio.
"Le scuole devono fare un'attività di prevenzione e informazione dei ragazzi e delle loro famiglie - sottolinea Antonella Di Bartolo- dirigente scolastico dello ICS "Sperone-Pertini"- in particolare sui danni che provocano le droghe. E' ovvio che bisogna intervenire sulla dimensione della devianza perché laddove abbiamo un ragazzo che spaccia magari è già sfuggito dal percorso scolastico e qui bisogna esser e bravi a intervenire in tempo. E' significativo che il Prefetto abbia voluto fare questa iniziativa, è importante di lavorare in simbiosi. Sui ragazzi dobbiamo agire tutti.Io come dirigente mi sono trovata a affrontare casi difficili, che vedevano protagoniste alcune famiglie all'interno delle quali c'erano dei casi di detenzione a causa di spaccio di droga. Anche lì l'intervento dev'essere di tipo sociale sulle attività di formazione, recupero, futuro lavoro e anche di cura del quartiere e delle persone che lo abitano. E' ovvio che una periferia degradata consente dei comportamenti devianti, quasi vi sia una stretta conseguenza e allora dobbiamo lavorare anche sul recupero delle periferie. Da queste spesso dipende la tenuta delle grandi città".
E da tre anni circa che il prefetto di Palermo, Antonella De Miro ha scelto nell'ottica della tutela dei diritti e della formazione di cittadini consapevoli di creare un dialogo con gli studenti e anche con gli insegnanti.
"Ho voluto aprire un fronte di dialogo con i dirigenti- sottolinea il Prefetto di Palermo-perché è giusto che conoscano i pericoli legati alle nuove droghe e avviino al loro interno anche una fase di progettazione che coinvolga ragazzi e le famiglie. Oggi è una giornata con la quale si inizia un percorso che deve vedere collaborare la Prefettura, la Asl di Palermo, le scuole per garantire la formazione perché il benessere dei ragazzi riguarda non solo il mondo della scuola ma tutte le Istituzioni".

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