Il paese dell’acqua e dei mulini 

di Giuseppe La Manna 
Quando ero piccolo mia nonna mi diceva: “quest’acqua è di Scillato” riferendosi all’acqua che usciva dal rubinetto di casa. Ma a quei tempi io non capivo di cosa stesse parlando. Certo mia nonna intendeva dire che quell’acqua era buona. Tante volte sono passato da Scillato, in autostrada, ma non mi sono mai soffermato a vedere il paese. Questa volta ho deciso di andarci. La prima cosa che ho fatto, arrivato alla Piazza principale di Scillato, ho bevuto l’acqua della fontana.
Certo è che l’acqua del rubinetto di casa mia non è così buona. In una giornata calda come quella di oggi, bere un po’ di acqua fresca e buona fa sempre piacere. Si, sto parlando di Scillato un paese a circa 60 Km da Palermo, poco più di 600 abitanti. “Un paese tranquillo” lo definiscono gli abitanti di Scillato (scillatesi). Poche case, vicoli puliti, le case quasi tutte ristrutturate. “Case cava “, tipiche case costruite con pietra locale. Qualcuna anche in vendita. Una ragazza passeggia il cane vicino al campo di calcetto e scambiando due parole con lei, mi indica alcuni mulini. Piccoli orti sparsi qua e là coltivati a pomodoro, zucchine e tante piante di basilico coltivato nei vasi davanti le porte.
Vasi con piante e fiori in tutte le stradine. Il territorio di Scillato è ricco di frutteti e oliveti. Fra gli alberi da frutta di maggiore importanza sono l’albicocco e l’arancio. A Scillato viene prodotta anche una buona provola. Un odore di buona salsiccia arrostita circola nell’aria, prodotti genuini che noi abitanti delle grandi città sicuramente apprezziamo. Una zona ricca di sorgenti nel Parco delle Madonie. Questa abbondanza d’acqua è stata sfruttata, sin dalle origini del paese, per la realizzazione di mulini. Nell’Ottocento ne furono costruiti 14. Dopo un lungo abbandono di questi antichi mulini, oggi si sta tentando il recupero per la creazione di un "itinerario delle acque e dei mulini". Tra quelli ancora visibili c’è il mulino "dell'Asiniddaru", in cui sono ancora in buono stato gli ambienti e alcuni elementi che ne componevano il meccanismo. Il mulino "Paraturi" e il mulino "Rasu", l'ultimo a cessare l'attività di macinatura del grano nel 1960.
La chiesa principale è il Santuario dedicato a Maria Santissima della Catena che non mi è possibile visitare perché chiusa. Fu realizzata nel XV secolo, all’interno vi è una piccola statua della Vergine del medesimo periodo, attribuita alla scuola del Gagini. Il 20 agosto si celebra la festa della patrona Maria Santissima della Catena. Una buona occasione per ritornare e assaggiare i prodotti tipici del luogo. 

Nessun commento:

Posta un commento