Tirrito (Cogi): "No alla libertà condizionata per i boss mafiosi"

di Joey Borruso
"Quanto riportato da Antimafia2000, secondo cui potrebbe diventare possibile per i boss mafiosi condannati all'ergastolo ottenere la libertà vigilata, persino per quelli che non collaborano con la giustizia, è una notizia scandalosa. Non possiamo che sostenere e sottoscrivere in pieno la lettera aperta del Comitato Europeo per la Legalità e la Memoria (Celm) per chiedere allo Stato di tornare sui suoi passi prima di prendere una decisione così scellerata" Così Maricetta Tirrito, portavoce del "Comitato Collaboratori di Giustizia" (Cogi). "La libertà vigilata - sottolinea Tirrito - non è prevista per i condannati all'ergastolo ostativo, regime penitenziario applicabile per reati particolarmente gravi quali quelli di tipo mafioso, di terrorismo e d'eversione.
Pensare di applicarla addirittura a casi in cui il condannato non collabori con la giustizia è un insulto alla memoria di tutte le vittime e di eroi come Falcone che si sono spesi fino all'estremo sacrificio nella lotta alle mafie".
"C'è una bella differenza - continua Tirrito - tra il rispetto dei diritti umani e il concetto di applicazione della giustizia. È assurdo pensare che un condannato che non collabora, e quindi un non pentito, sia davvero fuori dall'influenza della mafia. Il mafioso non è inconsapevole di esserlo e troppo spesso sembra che lo Stato se ne dimentichi."
"Il nostro appello assieme agli amici del Celm - conclude Tirrito - è affinché lo Stato abbandoni qualsiasi forma di ambiguità quando si tratta di lotta alla mafia. Non è possibile condannare i mafiosi e poi pensare di liberarli. Pene certe e linea dura: solo così si può pensare di vincere questa battaglia."

Nessun commento:

Posta un commento