Il 26 dicembre 2018 i comuni di Acireale, Aci Sant’Antonio, Aci Catena, Viagrande, Aci Bonaccorsi, Trecastagni, Santa Venerina, Milo e Zafferana Etnea, ricadenti nel territorio della Città metropolitana di Catania, sono stati colpiti da un sisma che ha fortemente danneggiato il patrimonio immobiliare pubblico e privato. La ricostruzione è partita, con tutte le difficoltà della pandemia. Tuttavia rimangono delle discriminazioni insormontabili se lo Stato non pone rimedio con norma. La vice-presidente dell’Ars, Angela Foti (Attiva Sicilia), che da sempre si batte per le popolazioni colpite dal sisma, ha inviato l'ennesima nota a Draghi e a tutti i deputati e senatori siciliani nonché ai presidenti dei gruppi parlamentari. «Spiace sottolineare – dichiara Angela Foti – come il sisma del 26 dicembre 2018 continui a subire un trattamento ed un’attenzione inferiore rispetto ad altri eventi sismici avvenuti in altri territori della Repubblica. Si è agito normativamente, anche se parzialmente e dopo numerosissime sollecitazioni, per consentire le attività di ricostruzione e/o di riparazione degli edifici privati ubicati nei territori delle aree etnee danneggiate dall’evento sismico». «Permangono tuttavia delle insopportabili disparità di trattamento – spiega Foti – rispetto agli interventi normativi agevolativi messi in campo per i territori colpiti dagli altri eventi sismici, quali ad esempio le tariffe agevolate per le forniture di energia elettrica, gas, acqua e telefonia: nessun intervento agevolativo è mai stato adottato dalle Autorità di regolazione per il territorio etneo». Questo vuoto normativo sta vedendo numerosi cittadini e imprenditori dover fare fronte ad avvisi di pagamento di bollette salatissime sulle utenze di edifici distrutti e disabitati dalla notte del 26 dicembre 2018. «Chiedo dunque al Governo Nazionale – asserisce il vice-presidente dell’Ars – di voler sanare con disposizioni finanziarie e sociali in sede dell’imminente conversione del DL Semplificazioni, estendendo anche ai terremotati siciliani gli interventi agevolativi. Sono rimasti inascoltati anche gli appelli dei sindaci in termini di compensazioni per le minori entrate che, a partire dal 2019, hanno gravato sui bilanci e a cui si è aggiunta la beffa degli aiuti Covid parametrati proprio sul 2019, anno di riferimento della sospensione dei tributi decretata dalla calamità sismica. Altra imperdonabile ingiustizia poi prorogare lo stato di emergenza al 2022 dimenticando di sospendere i mutui dei comuni che rischiano così il dissesto. La politica nazionale ha a disposizione l’ultima finestra normativa utile in questa legislatura per poter porre rimedio al maltolto e dare speranza alla popolazione umiliata da un trattamento di serie b».
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