Claudio Domino, era solo un bambino, aveva 11 anni quando un killer gli sparò colpendolo alla testa, nel quartiere di San Lorenzo a pochi passi dall'attività commerciale dei genitori. Ninni Domino e Graziella Accetta sono ancora alla ricerca della verità ma in questi 37 anni non hanno mai smesso di parlare ai ragazzi e ai bambini così come avrebbe voluto il loro Claudio. Un impegno civile, non solo memoria quello portato avanti dai genitori nelle scuole di tutta Italia e in particolare in quelle di Palermo. Ecco che quest'anno, il giorno prima della ricorrenza di questo atroce omicidio all'interno della scuola Florio (l'istituto frequentato da Claudio ) Angelo Sicilia con i suoi "pupi antimafia" ha messo in scena uno spettacolo che racconta quanto accaduto. Grande gioia ma anche commozione. Una storia che i genitori di Claudio, Ninni Domino e Graziella Accetta hanno consegnato nelle mani del puparo siciliano, che è stato un amico d’infanzia del loro figlio. Erano gli anni bui della mafia a Palermo e in Sicilia. Erano gli anni del Maxi Processo. Era il 1986 e furono diverse le ipotesi che si susseguirono. Inizialmente si ipotizzò che Claudio potesse essere stato lo scomodo testimone di qualche episodio legato alla droga, poi una ritorsione nei confronti dei suoi genitori che con la loro azienda si erano aggiudicati la pulizia dell'aula bunker dell'Ucciardone. Una cosa è certa l'uccisione di Claudio entrò prepotentemente all'interno del Maxiprocesso.
Fu l’imputato Giovanni Bontade, all’indomani della morte del piccolo a leggere pubblicamente una lettera in cui si faceva riferimento ad un “noi”, che, “non c’entriamo nulla con l’omicidio . Un dettaglio che portò all'affermazione dell'esistenza di un "associazione criminale" di cui sin allora si negava l'esistenza e allo stesso tempo a negare che la mafia c'entrasse qualcosa. Nel codice mafioso si diceva che bambini e donne non potevano essere uccise. Anni e anni di battaglie quelle portate avanti da Ninni e Graziella Domino che purtroppo sin ora non hanno portato a una verità .“È un dolore di cui soffriamo doppiamente - spiegano Ninni Domino e Graziella Accetta - quando non solo ti hanno ucciso un figlio ma non sai minimamente il perchè. Abbiamo avuto da sempre fiducia nelle Istituzioni, abbiamo fatto campagne di sensibilizzazione verso i più giovani. Siamo andati nelle scuole di tutta Italia e non solo. E vorremmo che la memoria di nostro figlio non si spegnesse mai. Per questo motivo abbiamo affidato la sua storia ad Angelo Sicilia. Trentasette anni fa eravamo dei giovani genitori, che, si spendevano tantissimo per assicurare un futuro ai propri figli. Ci hanno strappato brutalmente nostro figlio. Claudio era un bambino vivace e generoso. A volte, alle elementari, riempiva il suo zaino pieno zeppo di brioscine, per distribuirle a chi ne aveva di bisogno”.
Nello spettacolo riemerge una ferita aperta. “Obiettivo è scardinare - spiega Angelo Sicilia - quel falso mito della ‘mafia buona’, che non toccava nè i bambini nè le donne. Vorrei che fosse un’occasione per riaprire il caso, che non ha un colpevole dopo 37 anni”.
La storia di Claudio Domino nei pupi di Angelo Sicilia viene raccontata nella più viva naturalezza e nella bellezza che appartengono ad un bambino di 11 anni. “Nel coraggio - continua Angelo Sicilia - quel coraggio, di un bambino che aveva perfino allontanato degli spacciatori che si erano avvicinati alla sua scuola, un giorno”.
Lo spettacolo si conclude con un omicidio inspiegabile. Una voce fuoricampo, quella di Angelo Sicilia, narra la vicenda. In scena ci sono l’attrice Simona D’Angelo che fa la voce femminile, Diego Lo Cicero di 9 anni, promessa del teatro e del cinema siciliano nel ruolo del bambino Claudio Domino. Lo spettacolo si chiude con un monologo tratto e riadattato dall’Ecuba di Euripide, parole antichissime ma attuali, che narrano la sofferenza di una madre davanti al proprio figlio morto.
Il ciclo dei Pupi Antimafia di Angelo Sicilia è iniziato nel 2002 con la storia di Peppino Impastato. La penultima storia è quella di Francesca Morvillo, magistrato, portata in scena l’anno scorso al Tribunale dei Minorenni di Palermo. Dopo questa prima di “Claudio Domino, bambino”, riservata agli studenti, altre tappe sono in programma per le settimane successive.
Fu l’imputato Giovanni Bontade, all’indomani della morte del piccolo a leggere pubblicamente una lettera in cui si faceva riferimento ad un “noi”, che, “non c’entriamo nulla con l’omicidio . Un dettaglio che portò all'affermazione dell'esistenza di un "associazione criminale" di cui sin allora si negava l'esistenza e allo stesso tempo a negare che la mafia c'entrasse qualcosa. Nel codice mafioso si diceva che bambini e donne non potevano essere uccise. Anni e anni di battaglie quelle portate avanti da Ninni e Graziella Domino che purtroppo sin ora non hanno portato a una verità .“È un dolore di cui soffriamo doppiamente - spiegano Ninni Domino e Graziella Accetta - quando non solo ti hanno ucciso un figlio ma non sai minimamente il perchè. Abbiamo avuto da sempre fiducia nelle Istituzioni, abbiamo fatto campagne di sensibilizzazione verso i più giovani. Siamo andati nelle scuole di tutta Italia e non solo. E vorremmo che la memoria di nostro figlio non si spegnesse mai. Per questo motivo abbiamo affidato la sua storia ad Angelo Sicilia. Trentasette anni fa eravamo dei giovani genitori, che, si spendevano tantissimo per assicurare un futuro ai propri figli. Ci hanno strappato brutalmente nostro figlio. Claudio era un bambino vivace e generoso. A volte, alle elementari, riempiva il suo zaino pieno zeppo di brioscine, per distribuirle a chi ne aveva di bisogno”.
Nello spettacolo riemerge una ferita aperta. “Obiettivo è scardinare - spiega Angelo Sicilia - quel falso mito della ‘mafia buona’, che non toccava nè i bambini nè le donne. Vorrei che fosse un’occasione per riaprire il caso, che non ha un colpevole dopo 37 anni”.
La storia di Claudio Domino nei pupi di Angelo Sicilia viene raccontata nella più viva naturalezza e nella bellezza che appartengono ad un bambino di 11 anni. “Nel coraggio - continua Angelo Sicilia - quel coraggio, di un bambino che aveva perfino allontanato degli spacciatori che si erano avvicinati alla sua scuola, un giorno”.
Lo spettacolo si conclude con un omicidio inspiegabile. Una voce fuoricampo, quella di Angelo Sicilia, narra la vicenda. In scena ci sono l’attrice Simona D’Angelo che fa la voce femminile, Diego Lo Cicero di 9 anni, promessa del teatro e del cinema siciliano nel ruolo del bambino Claudio Domino. Lo spettacolo si chiude con un monologo tratto e riadattato dall’Ecuba di Euripide, parole antichissime ma attuali, che narrano la sofferenza di una madre davanti al proprio figlio morto.
Il ciclo dei Pupi Antimafia di Angelo Sicilia è iniziato nel 2002 con la storia di Peppino Impastato. La penultima storia è quella di Francesca Morvillo, magistrato, portata in scena l’anno scorso al Tribunale dei Minorenni di Palermo. Dopo questa prima di “Claudio Domino, bambino”, riservata agli studenti, altre tappe sono in programma per le settimane successive.
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