Il MO.PA. è il primo progetto condiviso su scala regionale sociale che ha come focus "l'occhio ai ricci", specie tanto amata dalla tradizione culinaria e chiave della biodiversità marina siciliana. Il progetto, con la responsabilità scientifica della professoressa Paola Gianguzza, ha coinvolto le Aree Marine Protette siciliane che hanno un ruolo chiave per sviluppare nuove politiche di gestione per questa preziosa risorsa del Mare Nostrum e per sperimentare percorsi virtuoso per l'economia locale. Palermo, 16 novembre 2023 – Crollano le popolazioni di riccio di mare nelle Aree Marine Protette Siciliane, specie importantissima sotto il profilo ecologico ed economico. È quanto è emerso dai dati del MO.PA. "Monitoring Paracentrotus", presentati mercoledì 15 novembre in Sala Mattarella, all'Assemblea Regionale Siciliana. "Quantificazione stato della risorsa Paracentrotus Lividus in Sicilia" per la tutela del riccio di mare nel cuore del Mediterraneo, dall'importante valore naturalistico e scientifico, per proteggere l'habitat marino e la biodiversità”, il leit motiv del progetto MO.PA. coordinato dal Dipartimento Scienze della Terra e del Mare (DiSTeM) dell’Università degli Studi di Palermo, con la responsabilità scientifica della professoressa Paola Gianguzza. “Abbiamo campionato solamente 48 Paracentrotus lividus e 38 Arbacia lixula tra giugno e ottobre. Questo ci fa riflettere sul fatto che debbano essere attivate nuove misure di sorveglianza in quanto il Paracentrotus è una specie edule di grandissimo valore economico nonostante alcuni prelievi illegali sono stati anche infatti all'interno delle Aree Marine Protette” afferma la Prof.ssa Paola Gianguzza, responsabile scientifico del Dipartimento della Terra e del Mare dell’Università di Palermo. Non solo ricerca scientifica ma anche memoria storica. “Abbiamo inoltre comparato i dati raccolti in campo con la Local Ecological Knowledge (LEK), una tecnica che usa la memoria storica dei pescatori. Siamo partiti proprio da loro per ricercare i punti in cui i pescatori si ricordavano essere maggiormente presenti questi specie; successivamente abbiamo agito entrando in campo con immersioni nelle AMP”. Avviato a giugno, il progetto MOPA, in attuazione della misura 1.40 del PO FEAMP 2014/2020 del Dipartimento della Pesca Mediterranea dell'Assessorato Regionale dell'Agricoltura, dello Sviluppo rurale e della pesca mediterranea della Regione Sicilia, ha impiegato una metodologia scientifica tesa a verificare la consistenza delle popolazioni naturali del riccio di mare (Paracentrotus lividus) in cinque Aree Marine Protette (AMP) siciliane, attraverso 2 tipologie di analisi: Visual census in campo e LEK (Local Ecological Knowledge) presso gli stakeholders, con elaborazione dati spaziali in GIS. Ruolo fondamentale è proprio quello delle Aree Marine Protette siciliane di Capo Gallo - Isola delle Femmine (PA), Capo Milazzo (ME), Isola di Ustica (PA), Plemmirio (SR) e Isole Ciclopi (CT), luoghi chiave per sperimentare e sviluppare nuove politiche e misure di gestione per preservare questa risorsa, e dove si possono sperimentare percorsi virtuosi per l'economia locale. "I risultati ottenuti purtroppo confermano le impressioni che da qualche anno si avevano sulla progressiva scomparsa di questa specie, importantissima sia dal punto del ruolo ecologico che svolge nell'ecosistema che dal punto di vista economico-afferma Marco Toccaceli Responsabile C.R.E.A. Cooperativa Ricerche Ecologiche ed Ambientali- Siamo di fronte ad un vero e proprio crollo delle popolazioni naturali di riccio di mare, che impone una seria presa d'atto, con conseguenti misure di salvaguardia da parte della Regione Siciliana non più procrastinabili. Sarà importantissimo proseguire con le indagini scientifiche nei prossimi anni, estendendole anche alle altre fasce costiere e AMP siciliane". In risposta a questi dati preoccupanti, per Iskender Forioso, Chief Executive Director dell’European Research Institute, “La perdita di biodiversità soprattutto nel Mar Mediterraneo è costante e continua. La Fondazione European Research Institute è impegnata da sempre al contrasto della perdita di biodiversità e alla sensibilizzazione di cosa comporti questa perdita tra i giovani, giovanissimi e adulti”. Il progetto MO.PA. sottolinea l'urgenza di un'azione coordinata per preservare il riccio di mare e la biodiversità marina, mettendo in guardia sulla necessità di misure immediate per proteggere questa specie cruciale per l'ecosistema e l'economia locale. E, proprio per gestire e tutelare la preziosa risorsa "riccio di mare" (Paracentrotus lividus) in Sicilia, il progetto MO.PA. pone l'obiettivo ultimo di mettere a punto l'aggiornamento del Piano di Gestione già previsto dalla Legge 20 Giugno 2019, che verrà realizzato non solo attraverso la quantificazione della risorsa, ma soprattutto con attività di divulgazione, comunicazione e conoscenza sulle risorse e sul loro utilizzo sostenibile volte verso il pubblico e tutti gli stakeholder.
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