Il tripudio alla Santuzza con "Anch'io Rosalia" Si ride con Mary Cipolla all'Agricantus (e non manca la sua malincomicità)

di Fabrizio e Franco Verruso

È andato in scena lo spettacolo in cartellone all'Agricatus "Anch'io Rosaiia", di Mary Cipolla, che torna due volte in questa stagione estiva, dopo lo scorso agosto, nel teatro di via XX Settembre a Palermo (ad agosto era insieme ad Alex Elton coprotagonista di “Donne du du due").
Il tributo alla Santuzza di Palermo è il pretesto artistico per inanellare alla sua maniera un condensato di autentica comicità assai gradito al numeroso e affezionato pubblico presente. Dopo l'inno alla Santuzza, che è tributato con giubilo anche dagli spettatori, è la volta di una sposa che abita dentro una casa... in un seminterrato della città... al freddo umido, proprio come Rosalia!
Nel panorama di esilaranti gag riuscitissime, non mancano l'ormai datata transizione all'euro, mai dimenticata d'altronde dal pubblico adulto che in quegli anni ne visse con apprensione gli effetti sui prezzi; la (in)competenza calcistica delle donne; una partita della Roma nello stadio della Capitale per una massaia della Calabria del nord! È quindi il turno della signora Rosalia Lo Piccolo nel mondo dei social e i suoi intrinseci legami con il bisogno! Il racconto dei suoi 40 anni di matrimonio: il viaggio di nozze a Ficarazzi e i consueti ed esilaranti aneddoti apprezzati dal pubblico che applaude lungamente la sempre brava Mary Cipolla. A metà spettacolo un tributo alla Pace che invoca dal Mediterraneo una vela bianca sospinta dal vento propizio che allontani ogni guerra dal mare dell'indifferenza, in una melodia in vernacolo che lascia sperare. E c'è ancora Santa Rosalia e gli ex voto delle grazie ricevute tra i problemi endemici che ammorbano la Sicilia, primo fra tutti la disoccupazione. E poi la "vena malincomica", per dirla con le parole di Mary Cipolla, che la porta nuovamente a cantare, stavolta nel ricordo di Franco Franchi, con la sua "Vulannu vulannu". Sul finire, graditissimo l'ingresso in scena della vedova e sfortunatissima Carmela Toccafondo, tre coniugi scomparsi al suo "attivo", pessimi investimenti finanziari e singolari episodi di sventura persino fin dentro il santuario di Monte Pellegrino!. Dopo il ricordo del flagello della peste che oscurò l'oro delle arance come fecero d'altronde le piraterie che imperversavano ancora in età moderna nel "mare dei pericoli" con le parole di "I pirati a Palermu", apprezzatissima anche la gag di una mamma palermitana in conflitto con il sushi e alle prese con esami ematochimici oltremisura!. Una comicità ormai collaudata e nondimeno ricca di tante battute originalissime, che divertono il pubblico che ormai segue assiduamente la mamma Antonietta del ciambellone di Incastrati!. Il prossimo spettacolo all'Agricantus è giovedì 12 settembre, ore 21, con "Le incantevoli melodie del cinema", voce narrante di Sergio Vespertino e musiche di Giuseppe Milici e Aki Spadaro.

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