Le Donne del Vino e la Cultura: un connubio al Museo Archeologico Salinas di Palermo "100 donne raccontano il vino tra arte, cultura e bellezza"

di Grazia Gulino

Palermo ha recentemente ospitato un evento unico nel suo genere, che ha unito due mondi apparentemente distanti ma profondamente legati: quello del vino e quello della cultura. Nella suggestiva cornice del Museo Archeologico Salinas, una delle più prestigiose istituzioni culturali della città, si è svolta la prima edizione di "100 donne raccontano il vino tra arte, cultura e bellezza" una giornata dedicata alle “Donne del Vino”, protagoniste di una realtà sempre più dinamica e influente nel panorama enologico italiano. L’evento ha visto la partecipazione di produttrici vinicole, tra cui Catia Vaccaro di “Vini Vaccaro” di Salaparuta e Martina Casciana Brunetti di “Casa Grazia”, enologhe e imprenditrici, donne che, con la loro passione e competenza, stanno plasmando il futuro del vino in Italia e oltre.
“Abbiamo voluto raccontare perché il vino è cultura e perché molte produttrici hanno voluto aprire le cantine e farle diventare luoghi di divulgazione culturale oltre che di ospitalità enoica” - a dichiararlo è stata Roberta Urso, delegata Regione Sicilia dell’Associazione Nazionale Le Donne del Vino. Attraverso una serie di degustazioni e incontri, il pubblico ha avuto l’opportunità di conoscere non solo i vini, ma anche le storie personali e professionali di queste donne, che con determinazione portano avanti le tradizioni enologiche e le innovazioni nel settore.
Il Museo Salinas, con la sua imponente collezione di reperti archeologici che raccontano la storia millenaria della Sicilia, ha offerto una location straordinaria per celebrare l’incontro tra vino e cultura. Le antiche statue, le ceramiche greche e i resti di civiltà lontane hanno fatto da cornice alle degustazioni, creando un’atmosfera carica di significato. Non è un caso che la scelta sia ricaduta su questo luogo: il vino, infatti, ha radici profonde nella storia siciliana, con tracce che risalgono alle prime colonie greche, e l’evento ha voluto celebrare proprio questo legame ancestrale.
Le Donne del Vino hanno saputo raccontare, calice dopo calice, il loro impegno nel promuovere una viticoltura sostenibile, di qualità, capace di coniugare rispetto per il territorio e innovazione. “In questi 35 anni – afferma Daniela Mastroberardino, Presidente Nazionale dell’Associazione Le Donne del Vino – le donne non solo hanno portato un pensiero differente nel mondo del vino ma hanno compreso che aprire le porte delle cantine ed affiancarsi ad altre professionalità è una chiave vincente”. Tra le etichette proposte, vini biologici, naturali e di denominazioni autoctone, frutto del lavoro di cantine che si distinguono per l’attenzione alla biodiversità e la cura del processo produttivo.
Ma la giornata non è stata solo una celebrazione del vino. Attraverso dibattiti e interventi, si è discusso del ruolo sempre più centrale delle donne nel mondo dell’enologia e della cultura, evidenziando come la loro presenza stia cambiando le dinamiche di settori che per anni sono stati prevalentemente maschili. Le relatrici hanno sottolineato l’importanza di continuare a costruire reti di sostegno e di collaborazione tra donne, affinché la loro voce possa avere un impatto sempre maggiore sia nel campo enologico che in quello culturale. E non è mancato l’impegno civile, nella divulgazione della cultura del rispetto e della consapevolezza, delle “Donne del vino” col ricordo di Marisa Leo, portato da Samantha Di Laura, vice presidente dell’Associazione “Marisa Leo”: “È lei che mi ha fatto rendere conto dell’importanza del rispetto della nostra natura femminile, del nostro ruolo femminile, dell’importanza di riconoscere la storia delle donne. Essere donna non è una debolezza e non è neanche una marcia in più. È semplicemente un modo d’essere”.
In questo contesto, il vino è diventato simbolo di un patrimonio da custodire e promuovere, non solo come prodotto di eccellenza, ma come espressione di identità, tradizione e innovazione. Il Museo Archeologico Salinas, tempio della cultura siciliana, si è trasformato per un giorno in un punto di incontro tra passato e futuro, dove il sapere antico e la creatività moderna si sono fusi in un’esperienza unica per tutti i partecipanti.
L’iniziativa ha confermato il ruolo chiave che le donne stanno assumendo non solo nel settore vinicolo, ma anche nella promozione di una cultura del vino che guarda al territorio, alla sostenibilità e alla qualità. Un evento che ha lasciato un segno importante e che ha mostrato, ancora una volta, come Palermo e la Sicilia siano culle di eccellenza, capaci di raccontare storie antiche attraverso linguaggi moderni e universali.

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