Don Bosco 2000, con la sua rete di accoglienza, si rende immediatamente disponibile ad accogliere, e se necessario anche adottare, la bambina di 11 anni sopravvissuta al naufragio al largo di Lampedusa. Offriremo alla bambina un luogo sicuro, supporto e affetto per aiutarla a ricostruire la sua vita e il suo futuro.
“Esprimiamo la nostra più profonda solidarietà a tutte le vittime di questa tragedia e alle loro famiglie. Ogni vita persa nel Mediterraneo è una ferita che riguarda tutti noi, un dramma che ci richiama alla necessità di un cambiamento urgente. Questa ennesima tragedia ci obbliga a riflettere sul fallimento delle attuali politiche migratorie. Non possiamo più permettere che il Mediterraneo continui a essere un cimitero. La gestione degli sbarchi non può basarsi su strategie che lasciano morire le persone in mare, ignorando i diritti umani più basilari” afferma in modo forte Agostino Sella, presidente di Don Bosco 2000.
Secondo il racconto della bambina, il barcone in metallo è affondato tre giorni fa a causa di una tempesta con onde alte fino a 4 metri. Lei è riuscita a sopravvivere aggrappandosi a una camera d’aria e indossando un giubbotto di salvataggio.
L’associazione Don Bosco 2000, impegnata da anni nell’accoglienza e nell’integrazione dei migranti, esprime il proprio dolore e la propria indignazione per l’ennesima tragedia nel Mediterraneo. Questa bambina, che ha vissuto il dramma della perdita e della disperazione, rappresenta il simbolo di una crisi umanitaria che non può più essere ignorata.
Come Don Bosco 2000 ribadiamo il nostro impegno nel fornire accoglienza dignitosa e percorsi di speranza per chi fugge da condizioni inumane. Tuttavia, non possiamo farlo da soli: serve uno sforzo collettivo di solidarietà, in cui ciascuno possa fare la propria parte per rispondere a un’emergenza che riguarda l’intera umanità.
“Chiediamo con forza al Governo italiano e all’Unione Europea di agire immediatamente per fermare queste morti evitabili. È necessario il ritorno di un’operazione come Mare Nostrum, che in passato ha dimostrato che salvare vite umane è possibile. Non si comprende perché questa missione sia stata interrotta, lasciando il posto a politiche inefficaci, che aggravano le sofferenze di chi cerca salvezza” ribadisce Agostino Sella.
Salvare vite umane deve essere una priorità assoluta per ogni società civile. Don Bosco 2000 continuerà a fare la propria parte con l’accoglienza e il supporto ai più vulnerabili, ma chiediamo con forza alle istituzioni di assumersi le proprie responsabilità per garantire un futuro più giusto e umano per tutti.
Nessun commento:
Posta un commento