Una sorpresa bella grossa esce quest’anno dall’uovo di Pasqua

 Dopo oltre cinque mesi tra carcerazione preventiva e domiciliare, Franco Fiorito, 


l’ex capogruppo del Pdl alla Regione Lazio, il cui scandalo segnò l’inizio della fine della Giunta Polverini, torna in libertà. Il gip Rosalba Liso, accogliendo le richieste degli avvocati Carlo Taormina ed Enrico Pavia, ha revocato lo stato di detenzione, ritenendo che non sussistano più le esigenze cautelari che giustificavano la custodia presso il domicilio di Anagni (Frosinone) dell’esponente politico.
Pasqua dunque a casa per l’ex politico accusato di aver utilizzato per fini personali un milione e 400 mila euro, denaro prelevato dalle casse del Partito alla Pisana. Quando gli furono concessi gli arresti domiciliari quattro giorni prima di Capodanno scorso, Fiorito aveva detto che appena sarebbe stato libero e «verrà fuori la verità» sarebbe sceso
nuovamente in campo, sarebbe tornato a occuparsi di politica. Il gup nella prossima udienza, fissata per l’8 aprile, dovrà pronunciarsi anche in merito alla richiesta di Fiorito di giudizio abbreviato. Il giudice deciderà inoltre se accogliere o meno le richieste di patteggiamento della pena presentate dai difensori di Bruno Galassi e Pierluigi Boschi, componenti della segreteria di Fiorito alla Pisana, imputati nello stesso procedimento. In base a quanto accertato dalla magistratura, Fiorito complessivamente ha movimentato, nell’arco di due anni, sei milioni di euro per l’attività del gruppo consiliare. Dei sei milioni, quattro milioni sarebbero di soli bonifici: si tratterebbe di 193 movimentazioni bancarie. Di questi, un milione e 380 mila euro sarebbero finiti nei conti personali dell’ex capogruppo, alcuni dei quali in Spagna. Lo scorso ottobre i giudici avevano respinto la prima richiesta di scarcerazione sostenendo che Franco Fiorito sarebbe potuto fuggire all’estero.
A convincere giudice per le indagini preliminari e i giudici del Riesame di questo rischio, il fatto che l’ex capogruppo Pdl avrebbe tentato di far sparire alcune fatture su cui indaga la Guardia di Finanza, mettendole in un tritacarte. Il nome di Fiorito, comunque, è apparso anche in un’altra inchiesta, che ha coinvolto invece l’ex amministratore delegato di Eur spa Riccardo Mancini, detenuto a Regina Coeli in merito alle indagini sull’acquisto di 45 filobus. L’ex capogruppo Pdl nel Lazio viene nominato in una conversazione telefonica tra Mancini e il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, intercettata dagli investigatori e inserita dal gip nell’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Mancini. In quell’occasione il primo cittadino chiedeva chiarimenti all’ex ad di Eur spa riguardo ad alcune affermazioni che aveva rilasciato Franco Fiorito.
(Il servizio di Cristina Pantaleoni MERIDIANANOTIZIE)

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