Scoperte nella chiesa di San Domenico

Ha riservato scoperte inedite che saranno rese note con la riapertura della struttura il restauro della chiesa di San Domenico il quale è stato completato con oltre un anno e mezzo di ritardo sulla tabella di marcia ed è rimasto bloccato per 12 mesi a causa di intoppi di natura burocratica.
«Durante i lavori - dice il responsabile dei lavori, l'arch. Gaspare Bianco della Sovrintendenza di Trapani - abbiamo scoperto che per l'epoca, parliamo del 1500, sono state utilizzate tecniche innovative per la realizzazione delle decorazioni e ciò farà certamente scuola nel campo del restauro. Adesso ci stiamo occupando degli ultimi adempimenti e con le somme residue prima della riapertura pensiamo di completare l'impiantistica. Immediatamente dopo lavoreremo per la valorizzazione di questo monumento che è la più alta espressione del manierismo siciliano. È la Sistina di Roma all'ennesima potenza e l'albero di Jesse è il più straordinario esempio di arte che abbiamo».

La chiesa di San Domenico fu costruita nel 1470 per volere dei Tagliavia, signori di Castelvetrano e nella seconda metà del XVI secolo ne divenne il mausoleo della famiglia. Stucchi e affreschi furono realizzati tra il 1574 e il 1580 da Antonio Ferraro che nei lavori fu collaborato dai figli. La chiesa rimase chiusa per molti anni dopo il terremoto del 1968 e subì danni a causa delle infiltrazioni di acqua piovana. Negli anni Ottanta furono eseguiti alcuni interventi di restauro che permisero di riparare le coperture e di riaprirla parziale per il culto. Nel 2005 il suo stato di degrado fu denunciato anche da Legambiente.
I lavori di restauro, finanziati per 1.133.795 euro con somme del Por 2000-2006 "Risorse liberate", sono stati eseguiti dalla società Tecnorestauri di Acireale che li ha iniziati a fine ottobre 2009 e che avrebbe dovuti consegnarli entro il 13 agosto 2011, data slittata per via di vari problemi burocratici. Era dall'1 novembre 1992 che comitati cittadini spontanei costituiti da intellettuali e non spingevano per il recupero del prezioso monumento che tra breve potrà essere ammirato nella sua totale bellezza.
di Margherita Leggio(LA SICILIA)

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