Il MIS sollecita la Regione Siciliana al versamento dei contributi pregressi alle scuole paritarie dell'isola, in nome della libertà di scelta delle famiglie


Se la Costituzione della Repubblica Italiana, di cui lo Statuto speciale della Regione Siciliana è parte integrante in una visione, di diritto se non di fatto, di Stato federato al continente, garantisce che l'istruzione sia libera per tutti e si dia ai genitori la possibilità di scegliere in quale istituto scolastico mandare i propri pargoli, è obbligo delle istituzioni regionali locali provvedere a regolarizzare gli impegni presi: in particolare riguardo le scuole paritarie, il Movimento per l'Indipendenza della Sicilia, osserva il responsabile Cultura e Storia Patria nonché portavoce Francesco Giordano, "la Regione non provvede sin dall'anno scolastico 2008-2009 al rimborso sia del buono scuola, sia del contributo liberamente scelto dal Parlamento, a favore degli istituti paritari, la più gran parte di matrice cattolica. Si tratta di una somma di qualche milione di euro che per motivazioni burocratiche legate al cosiddetto patto di stabilità, pare sia stata dirottata verso altre voci di bilancio. 
Se è vero che la visione della scuola è in generale improntata alla laicità, è anche indubitabile che il genitore laico possa e sovente voglia scegliere di far frequentare ai propri figli una scuola cattolica, ove la questione formativa e educativa è ben differente dalla realtà della struttura pubblica, per tutta una serie di ragioni che sarebbe lungo elencare. "E se le evidenti difficoltà in cui naviga il MIUR – evidenzia il presidente del Mis, Salvo Musumeci –, fanno intravvedere che sempre meno saranno le risorse destinate al corpo docente statale, la Regione Siciliana deve almeno provvedere al saldo del dovuto verso le scuole paritarie, pena l'asfissia delle attività didattiche di esse e sovente il rischio di chiusura, come nel caso di una nota istituzione scolastica cattolica catanese si è ventilato nei giorni scorsi". 



Il Movimento per l'Indipendenza della Sicilia, aggiunge Giordano, "ritiene indispensabile che i competenti vertici della regione parlino chiaro, così i varii deputati dell'ARS specie in questi giorni di campagna elettorale per le amministrative nelle varie città, e Catania e Messina sono in prima fila: le scuole paritarie cattoliche, le quali comunque si stanno già attivando per l'incremento delle iscrizioni, devono sopravvivere secondo i diritti che le stesse leggi regionali hanno negli anni scorsi garantito, o no? Il Presidente Crocetta da cattolico come si è dichiarato, lo dica con molta chiarezza, e sarà apprezzato da quanti hanno a cuore la sicurezza della formazione scolastica, per una applicazione equa del diritto allo studio come deve essere in una nazione libera. Infine, se si vuole ricordare la storia, allorché la Sicilia ebbe il primo stato unitario moderno con i sovrani Normanni, ben precedente a quello del Regno Unito di Gran Bretagna, l'educazione e la tolleranza nelle religioni fu garantita a' cristiani cattolici come ai bizantini ortodossi come ai musulmani ed ebrei, così per tutte le fedi, ed è noto che i re normanni, i quali con l'Apostolica legazia avevano il diritto di nomina dei Vescovi, erano monarchi di ampia visione, laica si direbbe oggi. La Sicilia con tale grande tradizione, non torni nel buio dell'alto medioevo ma si faccia carico di garantire a tutti il diritto all'istruzione, per la serenità dei bimbi e dei loro genitori".

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