Era andato al poligono di Tiro di via Nave a Palermo. Per un militare di 20 anni un’attività normale. A nessuno in

quell’affollato sabato pomeriggio immaginava che da lì a poco si sarebbe consumata una tragedia.

quell’affollato sabato pomeriggio immaginava che da lì a poco si sarebbe consumata una tragedia.
Il giovane ha preso la pistola, si sta indagando se aveva portato l’arma d’ordinanza, e ha iniziato a sparare. Pochi minuti e con un gesto lesto e improvviso senza dire nulla, ha posato la canna sulla tempia e ha fatto fuoco.
Chi si trovava a fianco nella postazione ha iniziato ad urlare.Qualcuno si è sentito male. Pochi minuti e nel poligono di tiro è calato il silenzio. Nessuno sparo, nessuna parola. Solo il silenzio. Tutta la postazione sporca di sangue con i poliziotti e i sanitari del 118 impegnati ognuno per le proprie competenze. I primi a cercare di capire di cosa fosse successo, i secondi per tentare invano di salvare quel giovane militare che ha pensato in modo tragico di farla finita.
Il colpo che si è sparato è stato devastante. Per i medici non c’è stato nulla da fare. Qualcuno aveva parlato di una sparatoria. Dopo alcuni rilievi si è compreso quello che è successo. L’ennesima morte silenziosa di persone che vivono profondi disagi e che non riescono a trovare altra via d’uscita che farla finita.
Forse parlare, sfogarsi con qualcuno in alcuni momenti della vita potrebbe fare uscire da quel tunnel tremendo che porta a gesti estremi. A volte, tropo spesso, neppure chi vive accanto riesce a comprendere il dramma che si vive.
La scorsa settimana due persone si sono impiccate a Palermo.Due ultimi morti di cui nessuno parla. Due tragedie consumate nel quartiere Zisa e nel quartiere Noce. Due tragedie scoperte dai familiari appena rientrati a casa. Terribile lo strazio e le scene di dolore. Due altri giovani che se ne sono andati perchè non hanno trovato nessuna via d’uscita se non quella di uscire, in silenzio, dalla porta di servizio del mondo.
(BS)
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