LA POLIZIA DI STATO ARRESTA UNA COPPIA

Agenti della Squadra Mobile di Palermo, appartenenti alla sezione “Criminalità straniera e prostituzione”, hanno

eseguito un’ordinanza emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari, Dr Giovanni Francolini in applicazione delle misure richieste dal Pubblico Ministero, nei confronti di ROLAND Osazuwa, 26enne e ROLAND Sammy Happyness, 21enne, nigeriani, ritenuti responsabili del reato di tratta di persone aggravata in concorso.


Gli agenti della Squadra Mobile sono riusciti, a seguito di una complessa e minuziosa attività d’indagine, a scoprire i dettagli di una terribile storia di cui è stata protagonista una giovane nigeriana ancora minorenne.
La ragazza, giunta il 15 giugno, al porto di Palermo insieme ad altri quattro connazionali, è stata ospitata in un centro di accoglienza.
Lì, la diciassettenne ha incontrato due donne dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni che, accortesi del malessere della giovane, dopo averla rassicurata, hanno appreso il calvario che la giovane ha vissuto per anni, prima di finire nelle mani di una coppia di aguzzini che, sfruttando la sua condizione di disperazione ed il suo disagio culturale, l’hanno indotta, con l’inganno, a fare ingresso nel territorio dello Stato, spingendola a prostituirsi.
Le due collaboratrici dell’OIM, uditi gli angoscianti racconti, non hanno esitato un solo istante a convincere la giovane a rivolgersi alla Polizia, per denunciare chi l’ha raggirata senza alcun scrupolo.
I racconti della ragazza hanno condotto i poliziotti nella cruda e triste realtà vissuta non di rado dalle donne extracomunitarie, con storie quasi all’ordine del giorno, che hanno origine oltre confine, ove protagoniste sono giovani donne che sognano un futuro migliore, fuori dal loro paese natale, ma che, purtroppo finiscono per cadere nella rete di criminali spietati che già durante il viaggio le rapiscono o adescano per venderle e ridurle come schiave ad una vita di prostituzione e violenza.
Questa è pure la storia che la giovane nigeriana ha raccontato agli agenti della Squadra Mobile. Anche lei, pensando o sperando di riuscire a crearsi un futuro migliore, si è ritrovata nelle mani di persone senza scrupoli, che, in un primo momento, le sono apparse come “salvatori”, illudendola di aiutarla con l’offerta di un lavoro in altri paesi e promettendole un futuro diverso. L’illusione, anche stavolta, è svanita in breve tempo.
Il racconto di questa giovane nigeriana dà conto del suo viaggio verso l’Italia, con l’intento di trovare un’occupazione come collaboratrice domestica, sogno interrotto subito, quando i suoi stessi accompagnatori l’hanno venduta per soli tremila dollari alla tenutaria di un bordello che l’ha ridotta ad una vita fatta di prostituzione e violenza.
Menage che è continuato anche dopo una gravidanza che l’ha portata a continuare a prostituirsi da un bordello ad un altro per mantenere se stessa e la sua bambina, portatale via successivamente. Rimasta sola e disperata, la ragazza ha incontrato una coppia che le ha proposto di partire con loro per l’Italia.
I due, generosamente, le hanno “offerto” di pagare per lei il prezzo del viaggio, dandole la possibilità di restituire la somma più in là, prostituendosi in Italia.
Per incoraggiarla ad accettare la loro “allettante” proposta hanno continuato ad ingannarla, raccontandole tante bugie, dicendole, tra l’altro, che in Italia ci si prostituisce in alberghi dove alcuni medici controllano lo stato di salute dei clienti.
Ancora, per farle intravedere un futuro più roseo, le hanno assicurato che, pagato il prezzo del viaggio, corrispondente, a loro dire, a trentamila euro, avrebbe potuto smettere di prostituirsi.
Giunta in Italia tutto è cambiato.
La ragazza, dopo aver parlato con il personale della OIM, ha compreso che ciò che le era stato promesso non era verità e che l’avevano raggirata. Così, la giovane ha trovato la forza ed il coraggio di reagire: la ragazza si è opposta, ha deciso di non prostituirsi e pagare quel prezzo, tra l’altro maggiorato, visto che i due avevano pagato solo mille euro a fronte di una richiesta di restituzione di trentamila euro. Come risposta al suo tentativo di ribellione, ha ricevuto da parte dei criminali ancora altre minacce, ma la giovane non si è fermata, e ha denunciato tutto alla polizia.
L’ordinanza del Giudice per le Indagini Preliminari ha stabilito la custodia cautelare in carcere per l’uomo e gli arresti domiciliari presso una struttura di accoglienza per la donna.

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