MAFIA: Altro che pizzini, i "soldati" di Messina Denaro nell'era di Facebook e Skype

Altro che pizzini, e incontri riservati. I picciotti adesso si parlano via Skype e Facebook. Anche la mafia usa le nuove tecnologie. Loro, i presunti fiancheggiatori di Matteo Messina Denaro, credevano di non essere intercettati. Che le nuove tecnologie li potessero coprire dalle classiche cimici dei Ros.
Invece ci sono diverse conversazioni su Facebook e Skype nelle oltre 400 pagine sull'operazione Eden 2 curata dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo e che ha fatto terra bruciata attorno al super latitante Matteo Messina Denaro. Sedici le persone arrestate nel corso del blitz scattato tre giorni fa tra Palermo e Castelvetrano. 
C'è uno stralcio dell'indagine, ad esempio, che riguarda il tentativo di una rapina nell'hinterland bolognese organizzata da Girolamo Bellomo, la figura di spicco dei sedici arrestati, indicato come “ambasciatore” di Messina Denaro nonché suo nipote acquisito. Nelle fasi organizzative di questa rapina non ci sono soltanto incontri di persona e telefonate, ma anche conversazioni via Facebook. Siamo tra il 7 ottobre e il 2 novembre 2013, e a parlare sono Salvatore D'Angelo, salemitano arrestato nel corso del blitz e Calogero Ingarra (non indagato). Su Facebook i due parlano della difficoltà di mettere a segno il colpo. E anche delle difficoltà di connessione: “Ciao compà...ho avuto problemi con la chiavetta...non c'era linea dopo il temporale...lo lascio acceso...scrivimi qui, anche se non ci sono poi ti risponde” scrive Salvatore “Pucci D'Angelo”. Ci si organizza per un incontro con Bellomo, e il colpo da mettere a segno, si parla sempre in codice, però. Si parla di un “intervento”, di medici: “Pensi per tutto tu così iniziando da lunedì mattina possono fare tutte le analisi del caso e preparare l'intervento o lunedì stesso o cmq quando sarete pronti martedì...mercoledì...vedi tu... ma loro vorrebbero fare subito...tutto in giornata possibilmente...un day hospital insomma”, scrive D'Angeo e Ingarra Sempre tramite Facebook sta al gioco: “Debbo sentire il dott. X qualche gg penso di si..cmq spero di fare tutto...viene su Anke suo padre”. E poi Ingarra fa capire che il colpo non si può fare, tra abbreviazioni ed errori grammaticali classici dei social network. “Sno andato ha vedere l'ospedale.ha strumenti troppo sofisticato. Dammi un Po di tempo ke mi organizzo senza appoggiarmi ad altri specialisti. Purtroppo il dott. X accaparrarsi l'intervento fanno le cose facili.nn è così. Gli ospedali visti da me sno troppo sofisticati”. E D'Angelo risponde: “Cioè...mi stai dicendo di fermare tutto? Minchia..ora come faccio? Sono in linea.. non te andare. Cosa diciamo ora? Dimmi tu...”. “nn ne vale la pena. Per me possono venire. Io tre visite li ho prenotate. Troppo complicate.nn posso rispondere adesso”.
Non c'è soltanto Facebook, ma anche Skype, di cui una volta si diceva che era una canale sicuro, che non c'erano possibilità di intercettare le conversazioni. I Ros riescono a catturare diverse conversazioni sempre tra Salvatore D'Angelo e Francesco Guttadauro, altro nipote di Matteo Messina Denaro, arrestato durante l'operazione Eden. I due si scrivono via Skype soprattutto a inizio dicembre 2013, dopo il sequestro ai di beni di circa 50 milioni di euro al Gruppo Niceta di Palermo, che aveva anche un un punto vendita al centro Belicittà di Castelvetrano di cui era dipendente Guttadauro. I due concordavano di incontrarsi a Salemi, il 9 dicembre. Il nick di Guttadauro è strambo, “ucocacola1”: “avrai sentito oggi al tg. Sono scoglionato?”. E D'Angelo (nick:sadatel22): “non c'è molto da dire”. Guttadauro ha preso malissimo il sequestro di beni ai Niceta: “Adesso sono con il culo x terra”. D'Angelo cerca di rincuorarlo: “e questo mi fa stare ancora più male...mi dispiace che non posso fare nulla io per te”. I due si incontrano e poi tornano a parlarsi su Skype, perchè quel giorno, Guttadauro, al suo ritorno a Castelvetrano, nota una macchina sospetta che lo segue per tutto il tragitto. I due ne parlano, per capire se fossero le forze dell'ordine. 
“Si saranno comprati una macchina di qua...per nascondersi meglio”. E Guttadauro: “Sono malati”. Alla fine però sarà un falso allarme.
(tp24)

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