Tra le azioni di legalità della Cgil in tutta Italia c’è lo studio e la denuncia dei fenomeni di corruzione in ambito sanitario, negli appalti, nella pubblica amministrazione, in campo ambientale, il lavoro nero, l’evasione fiscale, le truffe ai danni dello Stato e del’Unione europea. In Sicilia i lavoratori irregolari secondo gli ultimi dati elaborati dal centro studi della Cgia di Mestre (confederazione italiana artigiani) sono 285 mila. Che incidono con il loro lavoro sommerso per l’11, 2 per cento sul Pil. Producono un valore aggiunto sommerso di quasi 10 miliardi di euro con una stima di un gettito evaso di 4 miliardi di euro e 821 euro a testa di imposte evase. Questo vuol dire che a Palermo e provincia si concentrano tra gli 85 e i 100 mila lavoratori in nero, che producono circa 1 miliardo e mezzo di evasione fiscale. In Italia sono 3 milioni i lavoratori in nero, che producono 42,7 miliardi di evasione fiscale. Al Sud si arriva a contare oltre il 40 per cento del totale dei lavoratori in nero. I lavoratori invisibili con le loro prestazioni, producono quasi 100 miliardi di Pil irregolare (pari al 56,5 per cento del Pil nazionale).
La corruzione complessivamente costa 60 miliardi di euro l’anno, l’evasione 135 e il fatturato complessivo delle mafie è vicino ai 200 miliardi”. Una ‘torta’ di circa 400 miliardi che immessi nel circuito ‘legale’ “potrebbero rappresentare il volano di cui il Paese ha bisogno per affrontare e risolvere il binomio crisi e sviluppo”. Nel libro bianco della Sanità realizzato dall’Ispe (istituto per la promozione dell’etica) nel 2014, la corruzione totale in ambito sanitario è stimata con una cifra pari a 23,6 miliardi di euro l’anno (6,4 miliardi l’incidenza della corruzione, a cui si sommano 3,2 miliardi di inefficienze e 14 miliardi di sprechi). Al livello territoriale si rileva che il 41 per cento dei casi di corruzione nella sanità avviene al Sud, il 30 al cento e il 23 al Nord.
A interessare il sindacato sono anche le azioni in difesa dei lavoratori. A Palermo secondo i dati diffusi dalla Corte d’Appello all’inaugurazione dell’anno giudiziario nel 2013/2014 nel distretto di Palermo (che comprende anche Termini Imerese, Marsala, Sciacca Agrigento e Trapani) sono state iscritte 5.376 nuove cause civili che riguardano il lavoro mentre 5.885 sono i procedimenti civili definiti e 11.056 quelli pendenti. Nel settore della previdenza i procedimenti aperti nel corso dell’anno sono stati 20.428, 18.514 sono quelli definiti e 25.149 quelli pendenti. Sempre la Corte d’Appello ha reso noto che nel distretto di Palermo sono in significativa crescita dal 2013 al 2014 i reati di indebita percezione di contributi pubblici, da 42 a 156 (+ 271per cento). In decisa contrazione i reati contro la Pubblica amministrazione, soprattutto quelli di peculato, ridotti quasi del 30 per cento rispetto a un anno fa per le modifiche legislative introdotte che portano a una maggiore ricorrenza i reati di corruzione e concussione. Il totale dei reati commessi è di 2.568 casi in totale, in diminuzione del 6 per cento rispetto al 2013, quando i casi registrati sono stati 2.720. Il reato di corruzione è sceso dai 49 casi del 2013 ai 44 del 2014. E quello di concussione dai 28 casi del 2013 ai 27 del 2014. Per quanto riguarda la corruzione ambientale, nella classifica di Legambiente del 2012 la Sicilia è quinta per numero di inchieste (7 contro le 15 della Lombardia e le 8 di Calabria, Toscana e Campania) e decima per numero di persone arrestate (17) contro le 224 arrestate in Calabria e le 210 del Piemonte.
Nessun commento:
Posta un commento