Presidente Crocetta,
comunque la si guardi la vicenda di questi giorni appare disarmante. Essa è servita a “mascariare” la già compromessa immagine nazionale e internazionale della nostra Isola e non ha aggiunto nulla al giudizio negativo che sul piano politico, prima che morale, la mia parte ha espresso da tempo sul suo conto.
Mi sarebbe fin troppo agevole infierire sul difficile momento che sta vivendo. Ma serve equilibri alla politica, non cinismo. Ecco perchè in queste ore prevale in noi il disgusto per il suo partito, il Partito Democratico: da settimane circolavano notizie nelle redazioni e nei palazzi sulla esistenza di una intercettazione shock, eppure i vertici del Pd si sono accomodati al governo della sanità, hanno per finta riunito alleati in nome del rilancio dell’azione amministrativa, hanno blandito un governatore che odiano dopo averlo inventato e per anni sostenuto. E neppure troppo diversa é la mia opinione sui paladini del voltafaccia, quelli che davanti dicono bene di Crocetta e dietro organizzano la sua successione, sperando di salvare il proprio ruolo. Che ipocrisia!! Quante volte, presidente, in Aula e a viso aperto ho denunciato la sua condizione di “solitudine affollata di opportunisti”! Ma, appunto, a viso aperto e davanti al popolo siciliano.
Le abbiamo presentato due mozioni di sfiducia – dalle quali è stato salvato da chi oggi vorrebbe affondarla – perché convinti del danno prodotto alla Sicilia dalla permanenza in carica del suo governo: 37 assessori in 33 mesi, una crisi economica mai davvero affrontata, il deserto nei bandi europei, i gruppi di pressione e le lobbies, l’incapacità a riformare le istituzioni. Solo nomine tra fedelissimi e lottizzati! E gli insuccessi più clamorosi? L’Expo, le province, le infrastrutture, la formazione, il piano giovani, gli enti inutili, la sanità…
Presidente, lei che é stato lasciato solo come mai in passato, deve compiere una scelta difficile e sofferta. Questa crisi istituzionale non potrà essere superata e non per l’esistenza o meno di un pur inquietante nastro registrato, quanto piuttosto perché il rapporto tra la sua maggioranza (quella creata in provetta dopo il voto) e il presidente della Regione é ormai giunto a uno scontro insanabile. E del tutto irrecuperabile quello con il popolo siciliano. Può la gente subire questa ulteriore umiliazione? Potete paralizzare l’attività del governo e del Parlamento? Potete favorire l’avanzata di sterili populismi, senza assumervi la responsabilità di rispondere con la politica e con l’azione di governo ai bisogni dei siciliani?
Presto o tardi saremo comunque chiamati al confronto: da un lato ci saremo in nome della politica pulita e del buon governo, onesto ed efficace, per dare risposte concrete alle tante emergenze; dall’altro esiste il rischio di vedere crescere la tentazione a cancellare la politica da parte di un popolo esasperato.
É il tempo delle scelte. Vale per lei, presidente. Ma vale anche per tutti noi, nel caso in cui lei dovesse decidere di non decidere.
comunque la si guardi la vicenda di questi giorni appare disarmante. Essa è servita a “mascariare” la già compromessa immagine nazionale e internazionale della nostra Isola e non ha aggiunto nulla al giudizio negativo che sul piano politico, prima che morale, la mia parte ha espresso da tempo sul suo conto.
Mi sarebbe fin troppo agevole infierire sul difficile momento che sta vivendo. Ma serve equilibri alla politica, non cinismo. Ecco perchè in queste ore prevale in noi il disgusto per il suo partito, il Partito Democratico: da settimane circolavano notizie nelle redazioni e nei palazzi sulla esistenza di una intercettazione shock, eppure i vertici del Pd si sono accomodati al governo della sanità, hanno per finta riunito alleati in nome del rilancio dell’azione amministrativa, hanno blandito un governatore che odiano dopo averlo inventato e per anni sostenuto. E neppure troppo diversa é la mia opinione sui paladini del voltafaccia, quelli che davanti dicono bene di Crocetta e dietro organizzano la sua successione, sperando di salvare il proprio ruolo. Che ipocrisia!! Quante volte, presidente, in Aula e a viso aperto ho denunciato la sua condizione di “solitudine affollata di opportunisti”! Ma, appunto, a viso aperto e davanti al popolo siciliano.
Le abbiamo presentato due mozioni di sfiducia – dalle quali è stato salvato da chi oggi vorrebbe affondarla – perché convinti del danno prodotto alla Sicilia dalla permanenza in carica del suo governo: 37 assessori in 33 mesi, una crisi economica mai davvero affrontata, il deserto nei bandi europei, i gruppi di pressione e le lobbies, l’incapacità a riformare le istituzioni. Solo nomine tra fedelissimi e lottizzati! E gli insuccessi più clamorosi? L’Expo, le province, le infrastrutture, la formazione, il piano giovani, gli enti inutili, la sanità…
Presidente, lei che é stato lasciato solo come mai in passato, deve compiere una scelta difficile e sofferta. Questa crisi istituzionale non potrà essere superata e non per l’esistenza o meno di un pur inquietante nastro registrato, quanto piuttosto perché il rapporto tra la sua maggioranza (quella creata in provetta dopo il voto) e il presidente della Regione é ormai giunto a uno scontro insanabile. E del tutto irrecuperabile quello con il popolo siciliano. Può la gente subire questa ulteriore umiliazione? Potete paralizzare l’attività del governo e del Parlamento? Potete favorire l’avanzata di sterili populismi, senza assumervi la responsabilità di rispondere con la politica e con l’azione di governo ai bisogni dei siciliani?
Presto o tardi saremo comunque chiamati al confronto: da un lato ci saremo in nome della politica pulita e del buon governo, onesto ed efficace, per dare risposte concrete alle tante emergenze; dall’altro esiste il rischio di vedere crescere la tentazione a cancellare la politica da parte di un popolo esasperato.
É il tempo delle scelte. Vale per lei, presidente. Ma vale anche per tutti noi, nel caso in cui lei dovesse decidere di non decidere.
Nessun commento:
Posta un commento