“Le proprietà
nutrizionali eccellenti unite ad un bassissimo contenuto di metalli pesanti
fanno del pescato siciliano una risorsa straordinaria sul fronte della
sicurezza alimentare e delle potenzialità di mercato. Bisogna scommettere sul
ruolo dell’educazione alimentare per stimolare il consumo interno e la
diversificazione degli stock ittici, valorizzando le specie cosiddette minori,
legate alla nostra tradizione culinaria”. Lo ha detto l’assessore regionale all’Agricoltura Antonello
Cracolici commentando i risultati di un’ indagine pilota sulla salubrità del
pescato siciliano, finanziata dal Dipartimento regionale pesca e sviluppata dal
CNR che è stato presentata a Palermo nella sede dell’Assessorato
Agricoltura.
La ricerca ha riguardato quattro diverse specie: triglia, merluzzo, gambero rosa e sarda. I campioni sono stati prelevati in 6 porti pescherecci della regione (Sant’Agata, Porticello, Sciacca, Mazara del Vallo, Catania e Porto Palo). “ In tutti i casi i valori relativi al contenuto di metalli pensanti, rilevati dai ricercatori del CNR, si sono attestati ben al di sotto dei limiti di legge, contestualmente sono state analizzate le proprietà nutritive che hanno confermato valori nutrizionali eccellenti per la salute dei consumatori con un’elevata presenza di omega 3, proteine e aminoacidi essenziali – continua Cracolici. Secondo i dati dell’Ispra le tendenze di mercato continuano a privilegiare solo una parte delle specie di pescato che subiscono un eccessivo sfruttamento di pesca. Su 150 specie che in passato erano di uso comune nell’alimentazione tradizionale siciliana, solo 40 sono interessate dalla domanda dei consumatori, tra queste le prime 10 rappresentano da sole l’80% dei prodotti commercializzati. Per questo serve una strategia mirata che riaccenda l’interesse verso le specie di pesce considerate a torto, minori, che, nella maggior parte dei casi, possiedono proprietà nutrizionali anche superiori, da qui deriva la necessità di attivare politiche di educazione alimentare”
La ricerca ha riguardato quattro diverse specie: triglia, merluzzo, gambero rosa e sarda. I campioni sono stati prelevati in 6 porti pescherecci della regione (Sant’Agata, Porticello, Sciacca, Mazara del Vallo, Catania e Porto Palo). “ In tutti i casi i valori relativi al contenuto di metalli pensanti, rilevati dai ricercatori del CNR, si sono attestati ben al di sotto dei limiti di legge, contestualmente sono state analizzate le proprietà nutritive che hanno confermato valori nutrizionali eccellenti per la salute dei consumatori con un’elevata presenza di omega 3, proteine e aminoacidi essenziali – continua Cracolici. Secondo i dati dell’Ispra le tendenze di mercato continuano a privilegiare solo una parte delle specie di pescato che subiscono un eccessivo sfruttamento di pesca. Su 150 specie che in passato erano di uso comune nell’alimentazione tradizionale siciliana, solo 40 sono interessate dalla domanda dei consumatori, tra queste le prime 10 rappresentano da sole l’80% dei prodotti commercializzati. Per questo serve una strategia mirata che riaccenda l’interesse verso le specie di pesce considerate a torto, minori, che, nella maggior parte dei casi, possiedono proprietà nutrizionali anche superiori, da qui deriva la necessità di attivare politiche di educazione alimentare”
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