SVILUPPO ITALIA SICILIA, APPELLO URGENTE DEI SINDACATI AL GOVERNO: “INSERIRE IN MANOVRA DI FINE ANNO IL COMPLETAMENTO DELL'ITER PER I 150 LAVORATORI DELL'ALBO UNICO”

Chiedono al governo regionale che entro l'anno venga inserita nei lavori d'aula la norma che prevede il passaggio dei 150 lavoratori inseriti nell'albo unico, tra i quali i 75 ex dipendenti di Sviluppo Italia Sicilia, ad altre società partecipate. La richiesta, le segreterie territoriali di Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca Uil, Ugl Credito e le Rsa di Sviluppo Italia Sicilia, l'hanno rivolta stamattina in occasione della riunione dei capigruppo convocata per fissare il calendario dei lavori d'aula. E l'urgenza è motivata dal fatto che il governo regionale si sta apprestando ad approvare “il bilancio regionale e la norma sui lavoratori e precari entro il 31 dicembre”, e ha annunciato che tutto il resto sarà rinviato alla finanziaria, che sarà approvata presumibilmente entro fine aprile 2017.

Le organizzazioni sindacali si si chiedono se nella frase “tutto il resto va rinviato al 2017”, rientrano anche i 150 lavoratori inseriti nell’albo unico. “Non possono esserci lavoratori di serie A e di serie B. Per garantire il nostro bacino esistono le norme e c'è lo stanziamento finanziario”, dice Gian Luca Mazzarese, della Fisac Cgil Palermo. 

L’appello che i sindacati pongono al presidente della Regione Crocetta, all'assessore dell’Economia Baccei, al Presidente dell’Assemblea regionale Ardizzone, al Presidente della Commissione Bilancio Vinciullo, al Presidente della Commissione Lavoro Greco, è di intervenire tempestivamente entro il 31 dicembre 2016, senza ulteriori rinvii, “che determinerebbero gravissimi effetti sociali ed economici”. 

L’Assessore Baccei, recentemente, in commissione lavoro all’Ars, aveva rassicurato i sindacati che l’ultimo passaggio di questa lunghissima vicenda si sarebbe concluso con una disposizione di modifica e integrazione di norme inserita nell’assestamento di bilancio che, però, il presidente dell’Assemblea Regionale Ardizzone ha stralciato pochi giorni fa, nonostante il testo fosse stato già esitato positivamente sia dalla Giunta di Governo che dalla Commissione Bilancio. 

Oggi gli ex lavoratori di Sviluppo Italia Sicilia, già licenziati e inseriti nell’albo unico presso l’Assessorato Economia e Bilancio della Regione, insieme ai lavoratori delle altre ex società partecipate in liquidazione, chiedono a gran voce quando potranno essere trasferiti nelle altre società partecipate così come previsto dalle seguenti disposizioni di legge regionale: art. 20 della LR 11/2010, dell’art.64 della LR 21/2014, dell’art.11 LR20/2016 e dell’art. 62 della LR 3/2016.

“Il disagio che vivono gli ex lavoratori di Sviluppo Italia Sicilia è enorme, dopo ben 18 mensilità in cui non percepiscono lo stipendio. E oggi i sindacati temono qualche gesto estremo da parte di qualche lavoratore al quale è stata pignorata la casa in cui viveva o di qualche altro lavoratore finito nelle mani dei debitori – aggiungono con allarme crescente le sigle sindacali di Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca Uil, Ugl Credito – Rimarchiamo che non esistono lavoratori di serie A da tutelare e lavoratori di serie B: i 150 disoccupati presenti nell’albo unico, istituito da questo Governo per la ricollocazione delle professionalità dei dipendenti di società partecipate in liquidazione, sono meritevoli di tutela come i precari degli enti locali nonché gli ex sportellisti con i provvedimenti che saranno approvati entro il 31/12/2016”.

“Il Presidente Crocetta – domandano le organizzazioni sindacali - intenderà essere il protagonista di questo ennesimo atto di macelleria sociale, o interverrà in tempo per scongiurarlo? Perché si cercano soluzioni per altri lavoratori e non per i lavoratori dell’Albo Unico? Vi sono interessi da tutelare che vanno oltre la volontà politica e remano a discapito di alcune categorie di lavoratori?”. 

I sindacati, - in assenza di una soluzione, sono pronti a delegare i loro uffici legali per presentare ricorso al Tar finalizzato a garantire il trasferimento dei lavoratori presso le altre partecipate, così come previsto dalle normative vigenti.





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