
Le dimissioni dalla presidenza della Commissione Antimafia dell’Ars, in vista della candidatura alla presidenza della Regione, coincidono con un attacco duro e senza mezzi termini di Nello Musumeci al governatore Crocetta e all’antimafia “strumentale”, quella dei “tragediatori” (Musumeci cita così l’ultimo libro di Francesco Forgione, che ha definitivamente sancito “la fine dell’antimafia e il crollo dei suoi miti”).
“In Sicilia esiste una cricca – ha detto Musumeci a Sala d’Ercole – che da dieci anni è impegnata nell’attribuzione di incarichi di sottogoverno e alla stessa formazione dei governi. Un gruppo che usa l’antimafia come clava contro gli avversari politici”.
Il dito di Musumeci è innanzitutto puntato contro Crocetta. “La condotta irresponsabile, politicamente parlando, del Governatore, allorché nei salotti televisivi egli si presta, quando parla e quando non parla, a fare da comoda sponda a chi spesso, senza sufficienti elementi conoscitivi e qualche volta fornendo notizie infondate, vuole offrire all’opinione pubblica un’immagine della Istituzione parlamentare siciliana distorta, negativa, ben al di là degli innegabili torti e degli evidenti limiti che pure gravano su questa Assemblea regionale”.
Musumeci poi descrive l’identikit dell’uomo che usa l’antimafia. “Sono i tragediatori, come li chiama Francesco Forgione in un suo libro appena uscito, sono coloro che nei salotti televisivi, nei convegni, sui giornali, nelle assemblee pubbliche mettono sotto processo questo Parlamento; sono coloro che convogliano il disprezzo dei cittadini sulla politica siciliana e sui suoi rappresentanti. E come risponde l’Assemblea regionale a questa vergognosa e perdurante aggressione? Colleghi, come risponde? Col silenzio, con l’imbarazzato silenzio di tutti, se si fa eccezione per la presa di posizione del Presidente Ardizzone e dei due Vicepresidenti. Ecco perché sostengo che tutto questo ce lo siamo meritati”.
Il deputato di centrodestra ritiene che l’Antimafia sia un’arma usata da Crocetta contro i suoi avversari politici. “Sarebbe un grave errore, un peccato di ingenuità, pensare che questa disarmante condotta del Presidente Crocetta sia solo il frutto della sua collaudata e conclamata auto-referenzialità. Tale condotta invece, a mio avviso, è funzionale ad un perverso sistema di potere politico che da anni in Sicilia usa l’antimafia come clava, come strumento di lotta politica, per colpire gli avversari, interni ed esterni, dello stesso partito e degli altri partiti. E’ una antimafia opportunistica, di carriera, finalizzata a garantire favori, incarichi e consensi ai propri aggregati. Ma serve, soprattutto, a copertura della inettitudine politica di Rosario Crocetta. Sì, il Presidente della Regione, è il primo beneficiario di questo allucinante sistema di potere, sebbene egli non ne sia il regista. Ed è concreto il sospetto che questo tipo di antimafia obbedisca a motivazioni assai meno nobili di quelle ufficiali. Tanto che la legalità rischia di apparire l’ultima impostura alla siciliana. Il reclutamento del personale politico operato da questo cerchio magico crocettiano avviene attraverso la coptazione di personaggi che debbono apparire al di sopra di ogni sospetto. Vengono concesse loro patenti preventive di credibilità, ma se poi scavi a fondo ti accorgi che alcuni di questi personaggi non sono poi così meritevoli della credibilità attribuita”.
da Cronache Parlamentari Siciliane 15 marzo 2017
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