“Science diplomacy: a bridge over troubled waters” - il 21 settembre, nell’ambito della manifestazione Trieste Next 2017.


“Science diplomacy: a bridge over troubled waters”, questo è il titolo della tavola rotonda organizzata da Twas (The World Academy of Sciences for the advancement of science in developing countries) il 21 settembre, nell’ambito della manifestazione Trieste Next 2017.

Le “acque turbate” sono quelle del Mar Mediterraneo, culla di civiltà e testimone della nostra storia, che oggi vive un periodo di grande incertezza geopolitica. La gestione della risorsa marina e idrica non è marginale in questa crisi: sono in special modo i paesi del sud questo mare a soffrire in questo senso, ma il problema è destinato a peggiorare e ad avere conseguenze anche in tutti gli altri, che comunque non ne sono immuni già ora. Pesca eccessiva, depauperamento delle falde acquifere, inquinamento dei fiumi, sfruttamento incontrollato della biodiversità: tutto questo si riflette anche sulle vite degli uomini, che si vedono in molto casi costretti ad abbandonare le terre d’origine per intraprendere viaggi incerti con il miraggio di una vita migliore. Di questo si discuterà insieme agli esperti internazionali chiamati a Trieste, provenienti da Tunisia, Turchia, Oman e dall’Italia. “Non viviamo più in un mondo dove ogni nazione può restare da sola”, spiega Juaud El Kharraz, direttore della ricerca del Middle East Desalination Center (MEDC), in Oman. El Kharraz nel suo intervento sottolineerà il ruolo fondamentale della cooperazione nell’affrontare le sfide e i problemi legati soprattutto alla risorsa idrica (ma non solo) della regione, con un particolare accento sui paesi del Medio Oriente. secondo El Kharraz i paesi di quest’area si devono assolutamente impegnare nel lavorare insieme a risolvere e prevenire i conflitti, assicurare stabilità alle regioni, a garantire sicurezza energetica e sulla risorsa alimentare, sulla sicurezza e la salubrità delle acque, pena un progressivo, e irreversibile depauperamento dell’ambiente e della qualità della vita di tutti. Tuğba Evrim Maden, ricercatrice Turkish Water Institute (SUEN) racconterà invece l’esperienza turca nella gestione delle risorse idriche, particolarmente significativa poiché alcuni dei suoi fiumi, come i leggendari Tigri ed Eufrate, attraversano diverse nazioni particolarmente instabili dal punto di vista politico, e dunque rappresentano un’importante sfida che è necessario vincere. Dalla Tunisia invece viene Thameur Chaibi, direttore della ricerca National Research Institute for Rural Engineering, Water and Forestry, Ariana, che si concentrerà invece sulla situazione in Tunisia, Marocco e Algeria. Nadia Pinardi, docente Dipartimento di Fisica e Astronomia, Alma Mater Studiorum Università di Bologna, infine si occuperà della risorsa marina. Pinardi in particolare studia modelli di previsione di diffusione degli inquinanti e sottolinea l’importanza di stimolare la collaborazione e la multidisciplinarietà per costruire una nuova conoscenza del mare e della sua variabilità. In allegato trovate delle brevi biografie dei relatori. Trieste al centro della Science diplomacy. Vale la pena sottolineare qui che non è un caso che l’argomento della science diplomacy venga trattato a Trieste, che è un luogo davvero speciale in questo senso, in Italia ma non solo, e forse anche grazie a questo si è meritata di recente il titolo di Capitale Europea della Ricerca 2020: già dagli anni ‘60 del secolo scorso accoglie e forma i futuri giovani scienziati “immigrati” provenienti da ogni parte del mondo, in particolare quelli in via di sviluppo. Il cosiddetto “Sistema Trieste” (al quale si deve anche la fondazione di importanti istituti internazionali del calibro del Centro Internazionale di Fisica Teorica “Abdus Salam” - ICTP, della Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati, SISSA, e successivamente anche dell’ICGEB, il Centro Internazionale di Ingegneria Genetica), pensato nel secolo scorso dal fisico Paolo Budinich, prevede di offrire ai giovani di molti paesi un’istruzione scientifica superiore di altissimo livello, che non potrebbero avere nei loro paesi d’origine, per poi aiutarli a tornare e sfruttare lì l’expertise acquisita. Generazioni e generazioni di scienziati si sono avvicendate nella città giuliana, e il successo di questo modo di intendere la ricerca e l’istruzione scientifica è testimoniato dall’autorevolezza sempre crescente delle istituzioni scientifiche triestine a livello internazionale, e dall’altissima concentrazione di ricercatori per abitante di Trieste (oltre 35 ogni 1.000 occupati contro una media europea di poco meno di 6). A Trieste ha sede anche la TWAS, The World Academy of Sciences for the advancement of science in developing countries, l‘ente che organizza la tavola rotonda dedicata alla science diplomacy. A questo proposito, per chi fosse interessato a Trieste Next 2017 si approfondirà anche il tema di “Trieste Capitale Europea della Scienza 2020”. Il 21 settembre si terrà infatti la conferenza “Verso Trieste Capitale Europea della Scienza” che offrirà al pubblico alcune anticipazioni sul processo che porterà la città a ospitare nel 2020 l’EuroScience Open Forum (ESOF). L’evento si terrà giovedì 21, al Ridotto del Teatro Verdi, alle 21.00. Parteciperanno all’evento Stefano Fantoni, presidente della Fondazione Internazionale Trieste e Pierpaolo Ferrante, project manager di ESOF 2020 Trieste, Maurizio Fermeglia, Rettore dell’Università di Trieste, Debora Serracchiani, presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Roberto Dipiazza, Sindaco di Trieste e Antonio Maconi, Direttore di Trieste Next. Modererà l’evento Alberto Bollis, vicedirettore del quotidiano Il Piccolo. 

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