Teatro Biondo, prima nazionale per "La tempesta" di Shakespeare adattata da Roberto Andò

Debutta in prima nazionale, venerdì 7 dicembre (ore 21.00) al Teatro Biondo di Palermo, La tempesta di William Shakespeare nell’inedito adattamento di Roberto Andò e Nadia Fusini, con la regia di Andò, le scene di Gianni Carluccio, i costumi di Daniela Cernigliaro, le musiche originali di Franco Piersanti, le luci di Angelo Linzalata e il suono di Hubert Westkemper.Prodotto dal Teatro Biondo, lo spettacolo è interpretato da Renato Carpentieri nel ruolo di Prospero, Vincenzo Pirrotta (Calibano), Filippo Luna (Ariel), Giulia Andò (Miranda), Paolo Briguglia (Ferdinando), Paride Benassai (Trinculo e Antonio), Gaetano Bruno (Stefano e Alonzo), Fabrizio Falco (Gonzalo e Iris).
Un allestimento impegnativo per il teatro pubblico di Palermo, che ha investito le sue migliori risorse in un progetto artistico nel quale sono impegnate alcune eccellenze siciliane, dal regista Andò agli interpreti – Pirrotta, Luna, Andò, Briguglia, Benassai, Bruno, Falco – che affiancano il grande Renato Carpentieri.

«L’ultima produzione del quinquennio in cui ho avuto l’onore di dirigere il Teatro Biondo di Palermo – afferma il direttore Roberto Alajmo – è la conclusione più degna di un periodo che è stato, a detta di tutti, felice. Con La tempesta di Roberto Andò il teatro di Palermo si candida a diventare teatro nazionale già nei fatti».

Lo spettacolo replicherà al Teatro Biondo fino al 16 dicembre, al Piccolo Teatro di Milano dal 14 al 26 maggio 2019 e in tournée nella stagione 2019-2020.

La tempesta, ultimo capolavoro di William Shakespeare e suo definitivo congedo dalle scene, è un congegno teatrale prodigioso, in cui s’incrociano alcuni temi che prefigurano l’orizzonte della modernità: lo sguardo occidentale a confronto con quello dell’altro, la realtà e l’illusione, l’incantesimo della mente e il potere come complotto e usurpazione, il mistero della giovinezza e l’incombere della fine.

Roberto Andò rilegge La tempesta attraverso il fluire, grandioso e imprevedibile, della mente di Prospero, assecondando l’incedere minuzioso e incalzante del suo piano per congedarsi dal mondo e iniziare la figlia Miranda alla vita e al mistero dell’esistenza. Protagonista della pièce è Renato Carpentieri, un attore giunto a quel magistero essenziale e profondo che appartiene solo ai grandi interpreti, qui affiancato da un cast affascinante e sorprendente.



«Per quanto contestata da Harold Bloom – spiega Andò – penso che La tempesta sia un geniale omaggio al teatro, e una delle commedie più profonde che siano state dedicate al senso della vita. È l’opera della rigenerazione, dove il naufrago, il disperso, l’usurpato ritrovano il filo interrotto delle loro esistenze. Se c’è una ragione per cui ancora oggi questa commedia ci parla, è nell’idea, per nulla semplice o banale, che l’essere umano sia destinato a convivere con la tempesta, e che dopo ogni tempesta debba fare chiarezza dentro di sé».

In una misteriosa isola del Mediterraneo naufraga una nave con a bordo il re di Napoli, Alonso, suo figlio Ferdinando, suo fratello Sebastiano, il duca di Milano, Antonio, e vari cortigiani. Sull’isola vivono il gran mago Prospero, già duca spodestato di Milano, sua figlia Miranda, lo spirito Ariele e lo “schiavo”, il mostro umano Calibano (il cui nome è anagramma di “cannibale”). La tempesta è stata escogitata da Prospero e nel naufragio non è perito nessuno.
 I naufraghi approdano in punti diversi: Ferdinando opportunamente vicino a dove si trovano Prospero e la figlia, così che i due giovani si innamorino perdutamente l’uno dell’altra; il re di Napoli e il duca di Milano devono invece compiere un lungo cammino attraverso l’isola, mentre Calibano si mette al servizio dei marinari Stefano e Trinculo per organizzare un colpo di stato contro il padrone. 

Più tardi, Antonio e Sebastiano complottano per strappare il regno di Napoli ad Alonso, ma falliscono miseramente. Alla fine Prospero perdona tutti, anche chi non si pente, come il fratello Antonio, che gli aveva portato via il ducato milanese. Il mago prepara le nozze di Ferdinando e Miranda con un affascinante spettacolo e, dopo aver sotterrato la bacchetta con i suoi incantesimi, si prepara a tornare con gli altri in Europa, lasciando Calibano unico padrone dell’isola.

Nessun commento:

Posta un commento