Castelvetrano, dietro il sistema Lo Sciuto pensioni indebite e assunzioni facili

di Ambra Drago
Le indagini del comando provinciale dei carabinieri di Trapani durate due anni e che oggi hanno portato all'arresto di 27 persone,
hanno portato alla luce il collaudato sistema corruttivo non solo all'interno del Comune ma anche di strutture quali l'Inps. Obiettivo dell'ex deputato regionale di Forza Italia, Giovanni Lo Sciuto ( da oggi in carcere) era quello di accrescere il suo bacino di voti.
Un sodalizio era quello tra l'ex deputato e Rosario Orlando, già responsabile del Centro Medico Legale dell’ Inps, fino al maggio 2016, poi collaboratore esterno dello steso ente quale “medico rappresentante di categoria in seno alle commissioni invalidità civili”- che riusciva a corrompere, attraverso regali, in cambio della concessione di numerose pensioni di invalidità senza i requisiti richiesti dalla legge.

Inoltre Lo Sciuto avrebbe messo una buona parola con l'ex rettore dell'Università di Palermo, Roberto Lagalla, oggi assessore regionale all'istruzione, per far ottenere alla figlia di Orlando una borsa di studio.

Inoltre l’ex deputato regionale godeva inoltre del rapporto privilegiato con il presidente dell’ente di formazione professionale “A.N.F.E.” (Associazione Nazionale Famiglie Emigrati), Paolo Genco (arrestato) . Questo garantiva un sostegno economico nell'incrementare il bacino di voti del deputato e gli offriva delle possibili assunzioni nell'ente di formazione a persone che venivano di volta in volta segnalate. Lo Sciuto si prodigava anche al fine di far ottenere la concessione di finanziamenti a favore dell'ente data la posizione di deputato regionale e membro della commissione cultura, lavoro e formazione si prodigava per l’approvazione di delibere e progetti.

"La complessiva attività dell’associazione si esplicava sottolineano gli investigatori - nella conclusione di accordi collusivi con esponenti di rilievo del mondo politico, delle forze dell’ordine, delle istituzioni e degli enti di governo del territorio, del comparto sanità e dell’imprenditoria, nell’infiltrazione nei predetti centri di potere di membri dell’associazione segreta o comunque di soggetti etero diretti dagli associati in modo da strumentalizzarne l’azione al perseguimento delle finalità del sodalizio stesso ed, infine, infiltrando appartenenti al sodalizio criminoso o altri soggetti legati a Lo Sciuto da vincoli di fedeltà all’interno delle logge massoniche e sfruttando a fini elettorali l’appoggio delle logge, appoggio che veniva ricambiato con il sostegno da parte del Lo Sciuto alle richieste di nomina, segnalazioni e raccomandazioni provenienti da affiliati alla massoneria – come avvenuto nella scelta fatta dall’ex Sindaco Errante di nominare, su indicazione del Lo Sciuto, 4 nuovi assessori iscritti a logge massoniche".

Gli inquirenti parlano di un “controllo generalizzato e penetrante delle scelte politiche e amministrative”. Non solo al Comune, in cui Lo Sciuto, dopo aver “governato” tramite il Sindaco Errante ed il Vice Sindaco Chiofalo dal 2012 al 2017, sottolineano gli inquirenti- raggiungevano un accordo con l’ex rivale politico Luciano Perricone, raggiunto da misura cautelare degli arresti domiciliari, finalizzato alla sua elezione alla carica di Sindaco in occasione delle elezioni del 2017 (non tenutesi in considerazione del sopravvenuto commissariamento del Comune). Ma gli interessi economici toccavano anche i beni culturali come il caso del parco archeologico di Selinunte con la nomina di Giuseppe Berlino, massone, all’interno della segreteria dell’assessorato regionale.

"Il gip- sottolineano in conclusione gli gli investigatori-non contesta la l’appartenenza alla massoneria in quanto tale. Non viene addebitata infatti alcuna responsabilità al maestro venerabile della Loggia al cui interno si annidava l’associazione segreta, in quanto è emerso chiaramente come il “gruppo occulto”,facente capo a Lo Sciuto, prendesse le decisioni a prescindere dalle direttive della loggia palese e si avvalesse degli aiuti degli appartenenti occulti più che di quelli palesi in caso di bisogno".



I nomi dei 27 arresti.  

Custodia cautelare in carcere: Giovanni Lo Sciuto, Paolo Genco, Gaspare Magro, Giuseppe Angileri, Isidoro Calcara, Salvatore Passanante, Salvatore Virgilio, Salvatore Giacobbe, Rosario Orlando e Giuseppe Berlino.
Vanno ai domiciliari: Maria Luisa Mortillaro, Vincenzo Giammarinaro, Francesco Cascio, Adelina Barba, Sebastiano Genna, Giovanna Di Liberto, Giuseppe Cammareri, Vincenza Daniela Lentini, Gaetano Salerno, Antonio Di Giorgio, Alessio Cammisa, Antonietta Barresi, Francesco Messina Denaro, Vincenzo Chiofalo, Tommaso Geraci, Felice Errante, Luciano Perricona.

L’obbligo di dimora è stato imposto a Valentina Li Causi, Filippo Daniele Clemente, Arturo Corso, Gaetano Bacchi e Zina Maria Biondo. Una misura interdittiva è stata notificata a Giorgio Saluto.

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