Con il decreto che introduce la dicitura "padre e madre" al posto di "genitori" (come invece previsto dal 2015), il ministro Matteo Salvini paga la prima cambiale al Congresso delle Famiglie. L'esplicito endorsement ricevuto da Gandolfini & Company, che a chiusura del vergognoso meeting di Verona hanno invitato a votare esclusivamente per Lega e Fratelli d'Italia, non poteva ovviamente essere gratis. Non sorprende che, invece di intraprendere atti concreti a favore delle Famiglie e più in particolare dei bambini e delle bambine e delle donne lavoratrici, Salvini abbia preferito un atto amministrativo a costo zero il cui unico effetto concreto è quello di discriminare le figlie e i figli delle Famiglie Arcobaleno; che esistono in moltissimi casi per Legge ma vengono cancellate da un atto amministrativo.
E non solo loro: sono infatti tantissimi i casi di bambine e bambini per i quali le figure genitoriali non coincidono con padre e madre biologici che con questo decreto vengono di fatto disconosciute. Il Palermo Pride dà pieno sostegno all'associazione delle Famiglie Arcobaleno che ha immediatamente deciso di impugnare l'atto dinanzi al TAR: un atto che, e il Coordinamento lo afferma con forza, dimostra che al ministro non importa assolutamente nulla dei bambini e delle bambine. Gli importa invece moltissimo dei padri e delle madri che si definiscono "tradizionali": loro infatti, a differenza dei/delle minori, vanno alle urne e votano. E quando politica e governo del Paese si riducono ad una infinita campagna elettorale, i diritti finiscono col non contare nulla di fronte ai voti e al consenso.
Nessun commento:
Posta un commento