Rete antiviolenza dei carabinieri.Cap. Casamassa: "Fenomeno c'è, 30 operatori al fianco di donne e minori"

di Ambra Drago
Nasce la Rete antiviolenza dei carabinieri del comando provinciale di Palermo. E' composta da trenta, uomini e donne dell'Arma in base a attitudini professionali e personali, in base anche a esperienze professionali  maturate nel corso degli anni.
"L'idea è quella di costituire un bacino di professionalità che sappiano approcciarsi con la giusta sensibilità e i giusti  strumenti di contrasto alle vittime che subiscono forme di violenza ma anche nei confronti di minori. La Rete si propone - sottolinea il Capitano Beatrice Casamassa- che assumerà il coordinamento operativo della “Rete”- di formare un Pool di personale ad hoc che possa affiancare e costituire un punto di riferimento per tutti i colleghi delle Stazioni del territorio palermitano. Infatti sono stati scelti anche componenti di varie realtà territoriali, non solo quelle palermitane, ma anche di Stazioni distaccate come Bagheria, Termini Imerese, Lercara Friddi, Partinico. L'obiettivo è di iniziare la formazione e quello di ieri è stato il primo di una lunga serie di incontri".


Infatti ieri si è tenuta una tavola rotonda sul tema: "Le Strategie e gli strumenti di contrasto alla violenza di genere e le misure previste a sostegno delle vittime vulnerabili e dei minori, alla luce della recente introduzione normativa del Codice Rosso".  All’incontro hanno partecipato magistrati, rappresentanti di alcune associazioni di settore e dell’ASP 6 di Palermo.
"Sebbene abbiamo operatori qualificati, per questa tipologia di reati gli strumenti ordinari non bastano- continua il Capitano Casamassa- ci vuole empatia, sensibilità ci vuole un approccio anche linguistico e terminologico che faccia la differenza perché altrimenti non possiamo esser d'aiuto e di sostegno per la vittima, inoltre non riusciremmo a trovare  le fonti di prova , non riusciremmo a cristallizzarle, necessarie per giungere a un risultato".
Data la tematica e la sensibilità che dev'essere garantita a una donna che subisce un "furto di emozioni" nel caso della violenza di genere e  che spesso ha timore a denunciare o semplicemente a raccontarsi,  abbiamo chiesto al comandante Casamassa se vi sono già disponibili o in fase di costruzione degli spazi neutri o spazi d'ascolto.
"Nel progetto di questa costituzione della Rete c'è di creare insieme al “CLUB SOROPTIMIS Palermo" ( un'associazione che ha fatto con noi un progetto biennale e ha aperto una serie di sale d'ascolto in tutte le Caserme italiane) una sala d'ascolto e incrementare quelle esistenti. Presto nascerà un punto d'ascolto protetto all'interno del Comando provinciale poi ovviamente ci auspichiamo che possa esserne realizzata una per ciascun Comando o Compagnia. Chiaramente al di la della disponibilità di un ambiente protetto già interagire con un personale "sensibilizzato" agevola la vittima ad aprirsi e mette nelle condizioni l'operatore di raccogliere gli elementi che permettono di tutelarla (fattori di rischio, misure a sostegno e accesso al sistema giustizia)".
Abbiamo chiesto la Capitano Casamassa- comandante Nucleo Operativo di piazza Verdi- che  contezza c'è del fenomeno della violenza di genere nel contesto palermitano anche alla luce della sua esperienza.
"Nella mia esperienza sono stati fatti dei passi avanti per quel che riguarda la sensibilizzazione al fenomeno anche rispetto a quando sono arrivata, ovvero due anni fa. Di casi ne ho affrontati tanti e devo dire che chi è venuto a bussare a questa porta ha poi portato avanti il percorso di denuncia e di contrasto alle forme di violenza subite. E anche di fronte alla ritrattazione, che può capitare, avendo già raccolto degli elementi consistenti siamo riusciti ad arrivare ad un risultato sperato. Dipende dalle varie situazioni ma la ritrattazione è un fenomeno frequentissimo ma la procedibilità d'ufficio di determinati reati (come lo stalking) ci permette di continuare l'iter investigativo al di la della presa di posizione della controparte.
Il fenomeno della "violenza di genere" c'è e vanno fatti dei passi avanti anche perchè il contesto socio-culturale anche per retaggio e tradizione culturale di  Palermo in alcuni casi sussiste. Bisogna fare un salto culturale".
E a proposito di passaggio culturale e sensibilizzazione al fenomeno appare importante partire dalle scuole, luoghi di formazione e di crescita didattica ma soprattutto umana.
"Noi da sempre abbiamo un contatto con le scuole, le giriamo portando avanti la cultura della legalità ed io mi occupoin particolare di trattare il tema  della "violenza di genere" e lo facciamo primariamente. Ecco la Rete è stata creata anche nell'ottica di portare la cultura della legalità negli istituti".
La normativa italiana ha fatto dei passi avanti dal reato di stalking con inasprimento delle pene fino al Codice Rosso come ritiene i nostri strumenti giuridici.
"Normativamente lo strumento è stato perfezionato, le pene sono state aggravate e sono stati introdotti degli strumenti a difesa della vittima notevoli, c'è ancora del lavoro da fare perchè poi tra la teoria e la pratica a volte ci troviamo di fronte a contingenze che vanno valutate caso per caso però ecco lo strumento c'è ed è importante ".
Che consigli si possono dare a una donna, per cogliere quel famoso campanello d'allarme ( quando ci si trova di fronte a fenomeni di violenza soprattutto da chi non ci si aspetta che possa far del male.
"Rintracciare i segni della violenza non è sicuramente una posizione facile per chi vive dall'interno una situazione. Bisogna disancorarci dal fatto che la violenza si manifesta solo con uno schiaffo o un pugno. Questa può venir fuori dalla parola, dal gesto, dai comportamenti, insomma anche una violenza psicologica. Spesso si parte da un'inibizione dei rapporti interpersonali quali (la restrizione di uscite, di amicizie, o il cercar di fare interrompere del tutto i rapporti con la famiglia) e poi si passa alla limitazione della libertà nel vestiario fino alla degenerazione diciamo della libertà economica, non si vuole che una donna lavori, un modo per esercitare ancor di più il controllo tenendola dipendente alla figura maschile.Tutti questi atteggiamenti sono dei sintomi, ma lo sono in definitiva comportamenti  eccessivamente morbosi e ossessivi che sono tutt'altro che amore".
A conclusione di questa intervista il comandante Casamassa ha ribadito l'operatività per qualsiasi tipo di emergenza del Numero Unico.
"Voglio ricordare che c'è il numero unico per le emergenze il "1522" risponde a tutte le ore e in tutte le lingue".

Nessun commento:

Posta un commento