Osservatorio regionale sul credito: per Armao e Busetta i confidi sono elementi essenziali per il mondo del credito e delle imprese

Presentato stamane il rapporto annuale dell’Osservatorio regionale sul credito relativo al 2018. Presenti l’assessore regionale dell’Economia Gaetano Armao e i funzionari del Dipartimento finanze e credito, il rappresentante Abi, l’associazione dei bancari, Claudio Passerini e i vertici di Assoconfidi Sicilia, il presidente Rosario Carlino e il vice Fabio Montesano. Giunti in chiusura anche i vertici di Irfis-FinSicilia. La conferenza è stata anche l’occasione per la presentazione dell’ultimo libro degli economisti Pietro Massimo Busetta e Rainer Masera dal titolo “Mezzogiorno banco-rotto”. 
«Il numero delle banche in Sicilia è sceso a 59 – ha precisato l’assessore Armao – e ciò connota la difficoltà di fare banca nella regione. Un quarto dei comuni siciliani è privo di sportelli e quando da un piccolo comune va via una banca, vi è la percezione dell’abbandono, dell’incertezza e che questa desertificazione abbia fatto un passo in avanti». E aggiunge: «Crescono i depositi delle famiglie e meno quelli delle imprese, emergendo la loro fragilità; la debolezza del tessuto imprenditoriale poi frena l’azione delle banche e da qui l’importantissimo ruolo dei confidi». Quindi chiosa: «Come per le Marche il sistema dei confidi sia essenziale nel caso di asfissia nell’accesso al credito delle imprese, rimanendo imprescindibile comunque una loro razionalizzazione». Sul punto fa eco il professor Busetta: «Il sistema nel quale si inseriscono le banche è debole e se le piccole imprese non accedono più al credito, le medie hanno difficoltà. Ancor di più, quindi, i confidi sono uno strumento importante per le imprese. Per questo ruolo strategico da essi rivestito il soggetto pubblico deve entrare nei consorzi ricapitalizzandoli». I consorzi fidi, infatti, hanno uno scopo mutualistico e non anche di lucro, pur dovendo sottostare però alle medesime regole di controllo, trasparenza e tenuta contabile. «I dati confermano l’andamento più volte indicato – ricorda il presidente di Assoconfidi Sicilia, Rosario Carlino – e le piccole e medie imprese subiscono più di altre la disintermediazione. Il ruolo dei confidi è ancora più che mai attuale perché supportano principalmente il bacino delle imprese con meno di 20 dipendenti. Posta la percentuale bassa delle controgaranzie in Sicilia e cioè le operazioni di finanziamento mediamente di 44.000 euro e per le quali occorre la garanzia dei confidi, sarebbe necessario un maggiore sforzo per utilizzare la sezione speciale Sicilia del Fondo centrale di Garanzia e il Fondo Sicilia con Irfis per le microimprese. Anche per questo abbiamo trovato nell’assessore Armao una solida sponda che ha migliorato il rapporto tra il settore dei confidi e le istituzioni regionali». Proprio i circa 84 milioni dell’ultima legge finanziaria regionale destinati alla costituzione del “Fondo Sicilia” gestito da Irfis anche in collaborazione con i confidi per il sostegno delle imprese e la sezione speciale Sicilia del Fondo centrale con i suoi 102 milioni di euro provenienti dai canali europei, sono stati al centro della presentazione. «L’assenza di banche in buona parte dei comuni siciliani – ha ricordato il vicepresidente di Assoconfidi Sicilia, Fabio Montesano – rafforza la convinzione che i confidi siano necessari sul territorio regionale svolgendo un ruolo di prossimità del quale le imprese non possono fare a meno».

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