Benefici della lentezza. Guardiamo il lato positivo dello stare a casa

di Giuseppe La Manna 
Le malattie e i disturbi provocati dai ritmi frenetici sono numerosi, tra questi ansia, insonnia, pressione alta, depressione, problemi gastrointestinali e cardiaci. Riscoprire i benefici della lentezza può essere la chiave di volta verso una vita più sana e rispettosa dei nostri limiti. In questo periodo di quarantena potremmo iniziare a riflettere se gli smartphone sempre accesi e connessi, il superlavoro e il correre di qua e di là non ci stessero portando verso uno stile di vita dai ritmi sempre più innaturali.
Guardando il lato positivo dello stare a casa, penso che stiamo cominciando a scoprire l’importanza di passare più tempo con i propri cari, che forse trascuravamo per motivi di lavoro, stiamo cominciando a conoscerci meglio. Abbiamo più consapevolezza dei nostri limiti, ma stiamo scoprendo anche quanto siamo creativi e più efficienti. Abbiamo scoperto quanto sia più bello un mondo meno inquinato e tranquillo, quanto siamo fragili e quanto sia importante rispettare la natura. Rallentare il ritmo non ha nulla a che vedere con la pigrizia. La lentezza è connessione con la realtà, pazienza, curiosità, gioco e tempo vivo. L'opposto del tempo carico di stress.
La modalità lenta, invece stimola la capacità di concentrazione e di ragionamento. In un mondo in cui tutto corre sempre più veloce, la lentezza è una modalità troppo poco utilizzata. Stando a casa stiamo riscoprendo il piacere della lettura. Immergerci nella lettura di un libro espande il nostro vocabolario, aiuta a ridurre lo stress, a migliorare la memoria e il livello di attenzione e a prevenire malattie come l’Alzheimer e la demenza senile. L’ossessione per fare sempre di più in meno tempo si è trasformata in una dipendenza che ci sta facendo perdere buone abitudini rispetto al cibo, alla vita lavorativa, familiare, sociale e sessuale. “Karoshi” è il termine giapponese traducibile come morte per eccesso di lavoro. Prima o poi comunque dovremo riprendere le nostre attività lavorative e probabilmente cambieremo le nostre abitudini di vita. Ritorneremo a essere ossessionati dalla competitività, dall’efficienza e dalla produttività? A essere malati di iperattività, continuando a lavorare una volta tornati a casa, considerando l’ozio una perdita di tempo? Primeggiare, essere tra i più rapidi e agguerriti sembrano essere le chiavi per il successo lavorativo e sociale, ma ci sono cose che devono essere fatte con lentezza e, se si fanno con un ritmo accelerato, se ne paga il prezzo in termini di felicità e salute. Dovremmo volgere lo sguardo verso la nostra società e verso noi stessi, riflettere sul cammino che stiamo intraprendendo e domandarci quali sono i veri valori della vita. Smettiamo di continuare a ripetere:"non ho tempo". Il continuare a farlo non ci farà certo sembrare più importanti.

Nessun commento:

Posta un commento