Il primo drammatico effetto del coronavirus sul comparto
industriale in Italia ha avuto come
vittima il mondo dell’ auto e la rete dei concessionari e rivenditori. Nel mese
di marzo infatti le immatricolazioni - secondo i dati del ministero dei
Trasporti - sono state 28.326 contro le 194.302
dello stesso mese del 2019, pari a un calo
dell'85,42%. Nel primo trimestre sono state vendute 347.193 auto,
il 35,47% in meno dell'analogo periodo dell'anno scorso. Ma a gennaio e
febbraio la pandemia non era ancora esplosa apertamente.
Ancora più disastrosi i conti per il primo gruppo nazionale, Fca, le cui vendite in marzo sono crollate addirittura del 90,34 per cento, mentre il dato del trimestre vede una flessione in linea con tutto il mercato, del 35%.
Il gruppo Fca ha immatricolato a marzo 4.649 auto contro le 48,109 del marzo dello scorso anno. La quota di
mercato nazionale scende dal 24,76% al 16,41%. Nel trimestre le auto vendute
dal gruppo sono state 85.875
Questo livello delle immatricolazioni è paragonabile a quello
dei primi anni '60 del secolo scorso quando il processo di motorizzazione di
massa nel Paese stava muovendo i primi passi. Ed è prevedibile che nei prossimi
mesi possa andare ancora peggio se non si attiveranno meccanismi di
incentivazione in grado di favorire l'acquisto di auto verdi, ma anche ad
alimentazione tradizionale di ultima generazione, a fronte della rottamazione
di modelli di generazioni precedenti.
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