Boss scarcerati curavano gli interessi nel mandamento di Tommaso Natale. Estorsioni ai costruttori: 10 arresti

Il Comando provinciale dei carabinieri di Palermo ha eseguito le misure della custodia cautelare in carcere e dei domiciliari nei confronti di  di 10 indagati. Sono ritenuti a vario titolo responsabili di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsioni aggravate, furto aggravato, violazione delle prescrizioni imposte dalle misure preventive.
L'indagine  seguita da un pool di magistrati coordinati dal Procuratore Aggiunto dottore Salvatore De Luca si è concentrata sul mandamento di Palermo, Tommaso Natale.
Ad essere monitorato Vincenzo Taormina, imprenditore del settore movimento terra particolarmente vicino a Francesco Paolo Liga, divenuto reggente del mandamento ma ch avrebbe goduto, secondo gli investigatori di poca stima da parte di diversi affiliati. Questi riponevano le loro speranze nella riorganizzazione del mandamento nelle figure del calibro di Giulio Caporrimo (scarcerato nel 2017) e in Nunzio Serio anche lui scarcerato.
In diverse intercettazioni gli affiliati avrebbero decantato le capacità di comando di Caporrimo così dicevano (“cento carati..." e “l'hai sentita la buona notizia? E’ uscito Giulio, è uscito”).
In effetti, gli equilibri mafiosi sottolineano gli investigatori  si spostavano a favore delle figure di Caporrimo e Serio mentre Liga veniva ridimensionato.La libertà d’azione di Caporrimo durava 7 mesi circa poiché, nel mese di settembre 2017, era destinatario di un nuovo provvedimento  da quel momento in poi, le redini del mandamento mafioso sarebbero state prese da Serio  sino al suo arresto avvenuto nel maggio 2018. Proprio in quel mese, il 29 maggio, si riuniva per la prima volta  la ricostituita commissione provinciale di cosa nostra palermitana, a cui partecipava Calogero Lo Piccolo,  ritenuto nuovo rappresentante del mandamento di Tommaso Natale, poi arrestato nel gennaio 2019 con il seguito dell’operazione “CUPOLA 2.0”.
Nel corso delle indagini gli investigatori avrebbero riscontrato  diversi incontri tra Caporrimo e Serio avvenuti, in alcune occasioni, anche al largo delle coste palermitane, sui rispettivi gommoni. Il capomafia intercettato raccontava di essere intervenuto personalmente nei confronti di alcuni utilizzatori delle moto d‘acqua, originari dei quartieri di Brancaccio e di Pagliarelli, i quali, riconoscendolo, avevano tenuto un comportamento remissivo, tanto da essersi di seguito spostati sulla zona di Mondello, dall’altro lato della riserva di Capo Gallo, perché a Sferracavallo “c'era lo zio in porto”.
Per portare avanti i diversi interessi illeciti del mandamento Caporrimo e Serio si sarebbero avvalsi di altri personaggio come  Andrea Gioè  (già arrestato per mafia e ritenutoreferente per il quartiere di Sferracavallo), Andrea Bruno (già arrestato per mafia e ritenuto referente per il quartiere Marinella),  Vincenzo Taormina,  Vincenzo Billeci, Francesco  Di Noto (già arrestato nell’operazione “Talea”) ed Giuseppe Enea.
In particolare le indagini dei carabinieri hanno messo in luce il tentativo di Taormina, con la complicità di Di Noto
di imporre la fornitura di scarrabili e di sabbia a un imprenditore edile, per poi costringerlo al pagamento di un’estorsione di 1000,00 euro per i lavori di ristrutturazione di uno stabile a Sferracavallo.
E poi un altra  tentata estorsione ad opera di Liga e Taormina nei confronti di un altro imprenditore edile affinché affidasse a un soggetto a loro vicino la realizzazione degli impianti di condizionamento all’interno di un cantiere aperto in via Partanna Mondello di Palermo.
Ma anche una estorsione sempre di Liga e Taormina ai danni di un imprenditore edile, la cui impresa era impegnata in lavori di ristrutturazione all’interno di un residence ubicato in via Tommaso Natale, con la complicità e la mediazione del relativo portiere, Giuseppe Enea e poi 
un’altra estorsione commessa da Andrea Bruno che avrebbe costretto  un imprenditore edile a rinunciare ai lavori di ristrutturazione di un immobile, ubicato nella zona della Marinella di Palermo, che poi venivano assegnati a una ditta a lui riconducibile. Poi  un’altra estorsione commessa da Taormina ai danni di un imprenditore edile, la cui impresa aveva aperto un cantiere in via Porta di Mare di Palermo.
Infine  il tentativo di Baldassarre Migliore (imprenditore edile ed esponente della famiglia mafiosa di Passo di Rigano) di bloccare l’avvio dei lavori di scavo nella zona di via Michelangelo di Palermo da parte di una ditta edile, il cui titolare avrebbe dovuto effettuare la cosiddetta “messa a posto” e poi  il furto aggravato che avrebbe commesso Taormina  di un cassone scarrabile collocato dalla vittima in via Plauto, sulla pubblica strada al fine di intimidirlo.
Ecco l'elenco dei sottoposti alla custodia cautelare in carcere
BILLECI Vincenzo
BRUNO Andrea
CAPORRIMO Giulio
DI NOTO Francesco 
GIOÈ Andrea
MIGLIORE Baldassarre
TAORMINA Vincenzo 
Ai domiciliari 
ENEA Giuseppe
Già detenuti
 LIGA Francesco Paolo 
 SERIO Nunzio 

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