Il questore di Palermo revoca licenze a cinque centri scommesse che gravitano intorno a Cosa nostra

di Ambra Drago
Revocate dal questore di Palermo, Renato Cortese, cinque licenze ad alcuni centri scommesse ritenuti inseriti, attraverso i rispettivi titolari, in un sistema di condizionamenti ed infiltrazioni della criminalità organizzata.
I controlli effettuati dalla Polizia avrebbero messo in luce come alcuni di questi esercizi avrebbero messo a disposizione degli avventori anche delle slot machine, che sono state spente dagli agenti della Divisione di Polizia Amministrativa e Sociale della Questura di Palermo che hanno eseguito il provvedimento.
I provvedimenti di revoca, disposti dalla Questura di Palermo, prendono il via dall’operazione denominata “ALL IN” condotta dalla Guardia di Finanza l'8 giugno che ha svelato che un gruppo di imprese gravitava intorno alle figure centrali di Francesco Paolo Maniscalco, già condannato per la sua organicità alla famiglia di Palermo Centro, e di Salvatore Rubino che ha messo a disposizione dei clan la propria abilità imprenditoriale al fine di esercitare un concreto potere di gestione e imposizione sulla rete di raccolta delle scommesse.
In questo contesto i titolari sono stati colpiti dall’ordinanza di custodia cautelare e sequestro preventivo emessa dal Gip del Tribunale di Palermo Dr. Turturici.
Dalle indagini sarebbe emerso come un articolato sistema di amicizie, parentele, conoscenze e favoreggiamenti abbia condotto all’intestazione delle licenze a persone incensurate e di apparente buona condotta che fittiziamente operavano per nome e per conto di Cosa nostra.

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