Cosa nostra riorganizza la rete dello spaccio in città. Colpita la famiglia mafiosa di corso Calatafimi:15 arresti

di Ambra Drago
Sono 15 gli arrestati dagli uomini del comando provinciale dei carabinieri di Palermo,
 ritenuti responsabili a vario titolo  di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e detenzione e vendita di droga, commessi con l’aggravante delle finalità mafiose.Le indagini dirette dal Procuratore Aggiunto Salvatore De Luca, si sarebbero avvalse di elementi indiziari già emersi nell'operazione "Cupola 2.0" del 4 dicembre 2018. 
In particolare in questa operazione sarebbe venuta fuori la capacità di riorganizzazione della struttura criminale sottolineano gli investigatori  preposta alla gestione del traffico e della vendita di stupefacenti nel territorio controllato dalla famiglia mafiosa di Corso Calatafimi. La rimodulazione degli assetti sarebbe stata proposta ad Annatelli reggente da un affiliato della consorteria, Salvatore Mirino, deciso a convincere il proprio referente mafioso ad affidargli, a pochi giorni dalla sua scarcerazione, la direzione operativa delle attività legate allo smercio di droga nell’area controllata dal sodalizio. Il progetto proposto sarebbe stato ben accolto e approvato da Annatelli. E nel febbraio 2017 gli uomini dell'Arma sarebbero riusciti a documentare un’incontro riservato, avvenuto all’interno di un’agenzia di onoranze funebri, tra Annatelli e Mirino in cui si decideva, in favore del secondo, di estromettere il sodale precedentemente incaricato della gestione del traffico di stupefacenti, individuando la necessità di affidare a nuovi personaggi di massima fiducia il controllo della vendita di droga su Corso Calatafimi.Un meccanismo messo in atto che prevedeva dei ruoli ben definiti. Annatelli demandava la gestione operativa ad altri sodali, autorizzandone le iniziative di volta in volta prospettate, e manteneva i rapporti con le figure qualificate delle altre famiglie mafiose palermitane, intervenendo in prima persona in caso di frizioni tra i membri delle diverse consorterie. Poi Mirino e Enrico Scalavino erano deputati alla gestione operativa dei traffici e dello smercio della droga, fungevano da intermediari. Infine Giuseppe Massa e Ferdinando Giardina erano Ferdinando, responsabili della fornitura dello stupefacente ai pusher di livello inferiore, erano incaricati anche della riscossione del denaro derivante dalla vendita della droga. Durante le indagini sarebbero stati documentati altri due incontri, questa volta in una parruccheria, nell'aprile 2018 e presieduti da Annatelli. Il primo avrebbe visto protagonisti Mirino e Gaspare Rizzuto ritenuto dagli investigatori il reggente della famiglia mafiosa di Palermo Centro; mentre al secondo prendeva parte, oltre a Rizzuto anche Salvatore Pispicia ritenuto uomo d’onore della famiglia mafiosa di Porta Nuova nonché diretta espressione della volontà mafiosa del cugino Gregotio Di Giovanni, capo del mandamento mafioso di Porta Nuova. In quell'occasione sarebbe stato Scalavino a riferire alcuni malcontenti e inasprimenti di rapporti con la consorteria vicina legata all'intercettazioni di quali fossero le fonti legittime di approvvigionamento dello stupefacente. I due incontri si erano resi necessari per chiarire, piuttosto, la persistenza di ottime relazioni tra i sodalizi e l’intenzione di continuare a collaborare nell’illecito traffico e nella successiva redistribuzione di stupefacenti, attività illecita redditizia e funzionale a garantire introiti per cosa nostra palermitana.
E il comandante provinciale dei carabinieri, Arturo Guarino ha espresso soddisfazione per questa nuova operazione.
"L'operazione di oggi dimostra come il traffico di stupefacenti sia ancora un'attività principale di Cosa nostra per garantire il flusso di denaro utile per le altre attività della compagine criminale. Inoltre si è dimostrato anche i rapporti tra la la famiglia di corso Calatafimi e altri mandamenti"







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