Totó Cuffaro: Il suono triste del 118 che mi porta nella rianimazione dell’ospedale soggioga ogni altro pensiero

Io sono attento, per capirne i passi e raccolgo dalle ombre ogni piccola luce, ed atteso il silenzio del respiro il mio sguardo sente l’invisibile. Ormai nel letto, con le braccia aperte che accolgono aghi, le placche sul petto, il casco che insuffla l’Ossigeno e tutto intorno macchine e suoni, disperato cerco le ombre e le luci dei giorni vissuti. La sera nella sua parte che si sfiora con la notte e le passa le sofferenze e la speranza, vedo apparire, dal buio sottile e non oscuro, buio fatto di niente, mamma e papà. Si tengono per mano, sorridono, preoccupati ma sorridono, mi abbracciano con gli occhi e sorridono. In me, angosce senza voce e palpiti di cuore, germogliano le infinite memorie dell’addio, vestigia degli ultimi abbracci dell’amore e del dolore. I loro occhi si infilano nei miei ed illuminano il buio ed il mio viso. Ed il buio non è più niente, il sorriso di mamma e papà ed il loro sguardo luminoso ne hanno acceso lo spirito. Non sono soli mamma e papà, si tengono per mano, stretti. Ognuno di loro con l’altra mano tiene ancora piu stretta, ma proprio stretta, la mano di un angelo celeste. Stanno molto attenti a non lasciar la mano del proprio Angelo celeste. Gli Angeli vengono a sorvegliare, pronti a prendermi se la subdola pervicacia dell’Orco dovesse far appassire la tenerezza della vita. Li portano via, vanno via anche loro dispiaciuti ma contenti perché li portano via, non li lasciano. Torneranno ogni notte mamma e papà, e sempre in compagnia e sempre tengono stretti gli Angeli celesti. Ma l’Orco insidia e logora e toglie il respiro, l’aria, il fiato, e la notte, turbata, scorre fatale ed una attesa senza requie intralcia i pensieri e lascia piccoli spiragli alle preghiere. La notte scorre inquieta, impari a patire e temi l’offesa finale. Ed ecco il manto dei medici, degli infermieri e socio sanitari, angeli terreni silenziosi dal tenero sorriso immaginato e dagli occhi buoni e luminosi. Ecco la forza e coraggio che viene da chi da senso e valore alla tua vita. Raccolgo le loro lacrime, non le lascio cadere, daranno forza, allevieranno il dolore, innaffieranno il desiderio, coltiveranno il coraggio, coloreranno la vita, l’amore. Strappi il buio, riprendi la tua storia, riaccendi la vita e cerchi i sogni. Le tenebre della notte e la ferocia della bestia non hanno rotto il filo. Il filo intessuto di amore e di speranza, di fede e di voglia di vivere è stato poi forte della bestia. Ci saranno ancora aggressioni, ancora violenze. Ci sarà ancora buio profondo e intenso dentro un tunnel stretto e lungo. Ci saranno volti preoccupati di amici ed affetti perduti nel tempo che mi spingeranno oltre il buio, verso la luce e più di ogni altro lui il mio amico di sempre,forte e delicato. La bestia è feroce. Non bisogna farla entrare. Se entra può far male, molto male. Afferra la tua storia e la tua vita. Aggrappati al filo. Filo intenso di speranza, di ricordi e di fede. Tieni il filo con il fisico e con lo spirito, non mollare, la bestia è cattiva ed il buio è per sempre. Non lasciare che si riprenda la tua storia e la tua vita, non lasciare che ti avvolga nel buio per sempre. Non permettere che separi la tua storia da quella della tua famiglia, non permettere che porti via i tuoi giorni, il tuo tempo e le tue gioie, i tuoi sogni e i tuoi sorrisi. La vita è più antica e più forte della morte e ti da dei doni che nessuno deve toglierti neanche la bestia. Lasciala fuori. Proteggiti. Ama la tua famiglia. Proteggila. Ferma il nostro. Fai sacrifici ma fermalo. Fallo finché puoi. L’abisso è buio e profondo, ma in alto c è una piccola stella luminosa, da li scende il filo della vita e della speranza, a quello sono aggrappato, meta del mio sguardo. Stella bellissima, stella che apre il suo manto celeste: appare il suo viso luminoso ed appare il Cielo. Il buio si abbatte contro la luce, danzano i sogni e suona la campana ed il Cielo assortito di strie colorate mostra tutto il suo splendore. Ce l ho fatta e lo devo a chi non mi ha lasciato mai solo, alla compagnia di chi si è preso cura di me, ma anche di chi non ce l’ha fatta e di chi sta ancora lottando. Difenditi, proteggiti e proteggi chi ami. Con tutti i mezzi, con tutto ciò che hai. La distanza, gli abbraccia mancati, il volto coperto anche quando sorride, la puntura di un ago che può immunizzarti. Vaccinati. Difenditi! Si può perdere e si può vincere. Puoi morire e puoi vivere. Attenderemo affidandoci al desiderio e scrutando i segni del timore e delle gioie. 
 
Totó Cuffaro

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