M5S all'Ars: “Dove sono finiti i 100 milioni di euro destinati alle famiglie siciliane? Musumeci lo spieghi urgentemente in Aula”

“Non si sa dove possano essere finiti, al momento, i 100 milioni di euro destinati alle famiglie siciliane in difficoltà economiche per l’emergenza Covid. La clamorosa scoperta l’abbiamo fatta in commissione Verifica dell’applicazione delle leggi, dove i funzionari in audizione hanno ammesso che i fondi sarebbero stati stornati altrove”. Lo dichiara Giovanni Di Caro, capogruppo del Movimento 5 Stelle all’Ars, intervenendo a proposito del “Fondo Sicilia - Sezione specializzata per il sostegno finanziario alle famiglie” costituito presso IRFIS-Finsicilia e ‘decimato’ dal governo regionale. Il fondo fu attivato in fase di approvazione della Finanziaria 2020 (art. 9, commi 5 e 6, Lr 9/2020) per dare una boccata d’ossigeno durante la crisi pandemica. “Il Governo regionale - spiega Di Caro - ha del tutto disatteso le previsioni della legge che contemplava una ingente misura di sostegno alle famiglie. L’Ars aveva dato un indirizzo vincolante per il Governo regionale, destinando ben 100 milioni di euro di fondi extra-regionali al sostegno delle famiglie siciliane in difficoltà. Sappiamo ora che le somme realmente disponibili per questa misura rappresentano circa un ventesimo di quelle previste dalla legge. Un fatto di una straordinaria gravità, per almeno due motivi. Primo, il governo regionale sottrae alle legittime e primarie esigenze delle nostre famiglie risorse preziose per le primarie esigenze di vita in un momento di difficoltà. Secondo, il governo regionale ha in pratica esautorato il Parlamento dal suo ruolo, forse convinto forse di poter disporre di finanziamenti a proprio piacimento. Lo ‘storno’ di queste risorse verso altre destinazioni delle quali al momento non abbiamo notizia è semplicemente scandaloso. Siamo convinti che quanto accaduto rappresenti una lesione nel rapporto di correttezza istituzionale tra Ars e governo. Con urgenza, chiediamo che il presidente Musumeci si presenti in Aula a motivare queste scelte”, conclude Di Caro.

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