Inaugurata Mostra sulla storia dell’Inquisizione. Evento chiude le celebrazioni per il 50esimo anniversario dell’omicidio del procuratore Scaglione e dell’agente Lorusso

La Mostra Internazionale sulla Storia dell’Inquisizione (in programma a Palermo fino al 30 marzo del 2022) è l’evento conclusivo delle celebrazioni per il Cinquantesimo Anniversario del sacrificio del magistrato Pietro Scaglione, Procuratore capo della Repubblica, e del fedele Antonio Lorusso, agente di custodia, caduti “vittime del dovere e della mafia” il 5 Maggio del 1971, in Via dei Cipressi a Palermo, dando così inizio al martirologio della magistratura italiana e, in particolare, siciliana.
Le manifestazioni per il Cinquantesimo Anniversario del duplice omicidio sono iniziate il 5 maggio scorso, quando il Sindaco di Palermo, prof. Leoluca Orlando, ha intestato ai due caduti l’atrio e le aule didattiche dell’antico Palazzo comunale Gravina di Palagonia.
La Mostra Internazionale sulla Storia dell’Inquisizione in Sicilia (con il conferimento della prestigiosa Medaglia del Presidente della Repubblica e con il Patrocinio del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati) è stata inaugurata il 4 dicembre, nei saloni della settecentesca Villa Adriana, in Viale Strasburgo 282, a Palermo, alla presenza di autorità civili e militari, nazionali e locali.I contenuti, le finalità e gli obiettivi dell’esposizione sono stati illustrati dai curatori della mostra (il Prof. Antonio Scaglione, già Vice Presidente del Consiglio della Magistratura militare, e il prof. Francesco Callari dell’Università degli Studi di Palermo) e dalla giornalista della RaI Sicilia, Tiziana Martorana (consigliera regionale dell’Ordine dei Giornalisti).

La mostra (visitabile sino al 30 marzo 2022) si compone di 11 sezioni tematiche, articolate in 22 postazioni narrative, e ricostruisce, mediante libri antichi, documenti storici inediti e manoscritti risalenti sino al XVI secolo, uno dei periodi più complessi e controversi della Storia della Sicilia: l’attività del Tribunale ecclesiastico del Santo Uffizio, che giudicava i delitti contro la fede e che operò, a Palermo, dal 1500 al 1782, e di cui costituiscono drammatica testimonianza le celle del carcere di Palazzo Steri, con il “ciclo pittorico” dei graffiti dei prigionieri dell’Inquisizione.

Il rinnovato interesse per lo studio dell’Inquisizione è documentato dalla pubblicazione, negli ultimi due anni, di documentati e approfonditi saggi e ricerche, che confermano le acute intuizioni di Leonardo Sciascia nel suo romanzo del 1964 dal titolo “Morte dell’Inquisitore”, che racconta la drammatica vicenda del frate Diego La Matina, che, nel 1658, uccise il suo inquisitore Juan Lopez de Cisneros.

Nell’attuale contesto storico, tendenzialmente dominato dal pensiero unico della globalizzazione – come ha sottolineato nel suo intervento il prof. Antonio Scaglione - “il recupero della memoria e della storia, fondato sul pensiero critico e sulla logica dialettica, appare sempre più essenziale sia per la formazione delle nuove generazioni, sia, soprattutto, per evitare che tragici eventi o fenomeni del passato possano ripetersi; infatti, come scriveva Cicerone, nel De Oratore, la storia è testimone dei tempi, luce della verità, vita della memoria, messaggera dell’antichità”.

“Il visitatore della Mostra, immerso tra le vestigia documentali di un passato ancora misterioso e più che mai discusso, è chiamato a vivere una esperienza culturale unica ricca di fascino, emozioni e spunti di riflessione, sempre attuali”.

Il Comitato scientifico della Mostra sull’Inquisizione in Sicilia è costituito da storici, magistrati, giuristi e docenti universitari.

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