Cyber sicurezza, Licciardello: "Maggiori risorse per accelerare i programmi di protezione"

“I recenti attacchi hacker ai siti istituzionali del Senato, dellaDifesa e dell’Istituto Superiore di Sanità, mettono in luce la necessità di accelerare i programmi di protezione cyber del nostro Sistema Paese”. 
Lo dichiara Salvo Licciardello, dirigente regionale del dipartimento Difesa e Sicurezza per la Democrazia Cristiana Nuova. Con D.L. 82/2021 è stata istituita l’Agenzia per la Cyber sicurezza
Nazionale (ACN), proprio con l’intento di implementare le misure di tutela della sicurezza nazionale nello spazio cibernetico. Obiettivo principale del progetto dell’ACN è, quindi, il celere sviluppo del processo di digitalizzazione del Paese mediante un’attenta sinergia e coordinazione tra tutte le Amministrazioni competenti in materia. Il raggiungimento di tale traguardo (c.d.: cyber-resilience) transita dall’inserimento di operatori competenti e professionali, da applicare nelle Pubbliche Amministrazioni, mediante il reclutamento di oltre 800 unità, entro il 2027. Un intervento concreto, questo, che consentirà di arginare la fuga delle competenze verso l’estero e far tornare in Patria alcuni dei nostri talenti, prospettando un percorso di crescita professionale al servizio della sicurezza del nostro Paese. L’articolato sistema di difesa cyber, attualmente, sotto il profilo degli organi istituzionali è così articolato: - per la Polizia di Stato (Servizio di Polizia Postale e delle Comunicazioni) opera il Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche (CNAIPIC); - per il Dipartimento della Pubblica Sicurezza è stata creata la Direzione Centrale per la polizia scientifica e la sicurezza cibernetica, al cui interno opererà il Computer Emergency Response Team (CERT); - l’Arma dei Carabinieri si avvale del Reparto Indagini Telematiche dei ROS; - la Guardia di Finanza, infine, adotta i servizi del Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche (NSTPFT). A completamento di questo quadro istituzionale, al quale si aggiungono il Ministero della Difesa ed il Comparto Intelligence con le rispettive prerogative, va rilevato il coinvolgimento anche degli operatori privati (c.d.: approccio whole-of-society) con specifiche competenze in materia cyber. “Questo ultimo aspetto, evidentemente, è quello di maggiore interesse e sul quale – dichiara Licciardello - porre attenzione da parte dei nostri decisori politici, visti i riflessi positivi sul mercato del lavoro privato. L’auspicio, pertanto, è che si attui con celerità il previsto programma di investimenti, al fine di implementare le nuove strategie cyber, prevedendo appositi fondi annuali a supporto di specifici progetti di interesse. Tali risorse, impiegate per conseguire l’ulteriore innalzamento dei livelli di cyber sicurezza dei sistemi informativi nazionali, andranno a sommarsi ai fondi UE già programmati per il periodo 2021-2027 (Orizzonte Europa per 95,51 miliardi di euro - Europa Digitale per 7.59 miliardi di euro)”. “Solo il corretto impiego delle superiori risorse consentirà, quindi, di poter realizzare fattivamente gli obiettivi decritti, puntando ai principali fattori abilitanti: formazione, promozione della cultura della sicurezza cibernetica e cooperazione. Al contrario – conclude -, la vulnerabilità cyber del Sistema Paese è destinata a permanere a lungo su un livello di (in)sicurezza allarmante”.

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