A Carlo Calenda che arriva in Sicilia con la sua boria da campagna elettorale suggerendo di andare a mangiare “cannoli“

Le dedico, visto che lei non sa neanche che in Sicilia è tempo di granite e non di cannoli, “Il Buono il Brutto e il Cattivo“. Ultimi giorni di campagna elettorale ma sembra più la guerra di secessione, del film di Sergio Leone. I “Buoni” sono tutti quelli che si auto elogiano (come Lei onorevole Calenda), attaccano il “Brutto” che ha scelto il “Cattivo“ per fare strada insieme. Chi scrive è assolutamente di parte ma nota un crescente attacco alla libertà di chi crede e vuole fare politica con la Democrazia Cristiana e con Cuffaro e, lasciatemi dire, gli attacchi sottolineato il pregiudizio e molta cattiveria quando si toccano anche gli affetti familiari.
Perché da destra a sinistra tutti sono allarmati visto che Cuffaro da più di dieci anni è stato fuori dalla scena politica. Durante questo decennio la Sicilia e le sue città hanno visto un decadimento costante e una crescente fuga di migliaia di giovani. Dieci anni sono tanti e hanno allontanato sempre più la Sicilia dalla naturale voglia di “Autonomia Strategica“ e Palermo dalla semplice normalità di una qualità della vita accettabile. Basta percorrere qualsiasi strada per capire il disastro e l’abbandono in cui viviamo con un desolante adattamento al ribasso. Le risorse non utilizzate sono certamente la più grande vergogna. Questo spreco ci costringe al sottosviluppo e ci condanna ad un impoverimento inarrestabile. Palermo è l’esempio più lampante, diventata capitale della sporcizia e dell’abbandono. Ma serve che tutti attacchino Cuffaro che torna e fa paura oggi per Palermo e farà più paura a tanti per le Regionali. Cuffaro piaccia o no rappresenta una gestione della Sicilia che certamente utilizzava tutte le risorse e riusciva ad essere competitiva malgrado le ataviche difficoltà che si portava dietro. Era anche un altro modo di fare Politica con un’interazione con la gente diventata anacronistica. Oggi il “cattivo“ Cuffaro serve per distrarre le masse dal fallimento di tutti quelli che dopo di lui hanno gestito e governato a vari livelli e non hanno saputo imprimere nessun cambio di marcia, anzi sembra abbiano inserito la retromarcia bruciando risorse. Purtroppo, oltre alla recessione economica, questa campagna diffamatoria dimostra che hanno prodotto anche una recessione culturale. È stato usato un modello medievale ed è mancato solo il rogo che avrebbero potuto riservare a chi ha mal governato ed invece è stato usato per il “Cattivo“ e i suoi candidati certamente tutti e quaranta dei “ladroni”. Tutti questi paladini della moralità e dell’etica a differenza del “Cattivo“ credo saranno dimenticati presto perché di loro resta solo il disastro che hanno lasciato. Al “Cattivo“, che continuano a lapidare con ipocrisia e menzogne, suggerisco di pensare una frase di Fidel Castro per sopportare con lo stile e la pazienza che certo non gli mancano ….“La Historia Me Absolvera”. Stefano Cirillo, direttore della Onlus Aiutiamo il Burundi

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