Libera promuove due giorni di lavoro per fare il punto sullo stato della lotta alla mafia: 28 e 29 ottobre alle Nuove Officine Zisa

Il 15 novembre 2000 nella città di Palermo veniva firmata la Convenzione contro la criminalità organizzata transnazionale, un trattato multilaterale promosso dall’Organizzazione delle Nazioni Unite ed entrato in vigore il 29 settembre 2003, volto a migliorare il coordinamento tra Paesi nella lotta contro la criminalità organizzata, la corruzione e il riciclaggio. Ad oggi conta l’adesione di 190 Stati dell'Onu su 193. Una Convenzione che nasce dalla constatazione comune tra i Paesi aderenti che le organizzazioni criminali ed i loro traffici fossero in piena espansione, ormai non più circoscritti entro confini nazionali ma operanti in maniera attiva a livello globale. A vent’anni da quella importante Convenzione, e dopo più di due anni di pandemia globale, Libera promuove due giorni di lavoro e confronto con l'intento di analizzare in che modo istituzioni e organizzazioni sociali - a livello locale, nazionale e internazionale – stiano operando e quali successi abbiano ottenuto in questi decenni nella lotta a mafie e corruzione, e ipensare insieme strategie comuni, con uno sguardo sempre vigile alle sfide presenti e future.
Al via CROSS - La società civile nella lotta alle mafie globali dalla Convenzione di Palermo ad oggi” che si svolgerà a Palermo presso NOZ - Nuove Officine Zisa il 28 e 29 ottobre 2022. Le due giornate, con la presenza di oltre 50 relatori italiani ed internazionali prevedono spazi di ascolto e condivisione con tavole rotonde e speakers corner volti a far conoscere esperienze e progetti internazionali di lotta alla criminalità organizzata. Si parte la mattina di venerdì 28 ottobre con gli interventi di Luigi Ciotti Presidente di Libera; Antonio Balsamo Presidente del Tribunale di Palermo; Calogero Ferrara Delegato Procura Europea EPPO; Gian Carlo Caselli (in videocollegamento) già procuratore capo di Palermo, oggi Presidente Onorario di Libera; Laura Gatti (in videocollegamento) Policy Officer Commissione Europea. Nel pomeriggio di venerdì previsti i saluti di Lia Sava Procuratrice Generale di Palermo; Maurizio de Lucia Procuratore Capo di Palermo. Sabato 29 ottobre interventi di Anna Aurora Colosimo Vicaria della Prefettura di Palermo; Pina Picierno (videomessaggio) Vicepresidente del parlamento europeo; Nando Dalla Chiesa Presidente Onorario di Libera e docente presso l’Università Statale di Milano. A concludere la due giorni gli interventi di Filippo Spiezia membro nazionale italiano ad Eurojust (videomessaggio) e Luigi Ciotti Presidente di Libera.

Nella due giorni sono quattro i focus entrati nel dibattito pubblico promosso da Libera, a partire dalla Convenzione di Palermo ad oggi: promozione dell'uso sociale dei beni confiscati; monitoraggio civico e anti-corruzione; contrasto a tratta e traffici e diritto alla verità per le vittime delle mafie. “Due giorni – commenta Libera- per dare concretezza agli obiettivi della Convenzione di Palermo, ossia di presentare risposte integrali e non scontate ai fenomeni criminali e agire dal basso in maniera proattiva sugli effetti nefasti che questi producono all’interno del tessuto sociale e dello stato di diritto. L’intento generale è quindi rimarcare non solo l'importanza della cooperazione istituzionale, giudiziaria e delle forze di polizia dei singoli Stati, ma soprattutto l’urgenza di un rinnovato coinvolgimento della cittadinanza e del mondo del sociale nel contrasto alle mafie e corruzione e di conseguenza nell’affermazione di diritti e opportunità, anche per le tante fasce di popolazione, che in Italia e nel resto del mondo, subiscono gli effetti diretti ed indiretti della violenza criminale sui propri territori.”

All’epoca della firma della Convenzione, Libera, realtà nata nel 1995 a seguito delle stragi mafiose che avevano messo in crisi la tenuta delle istituzioni democratiche del Paese, si adoperava già da alcuni anni nel porre al centro del dibattito pubblico l’importanza di un coinvolgimento attivo e consapevole della cittadinanza nella lotta alle mafie. Le istanze portate avanti dalla società civile impegnata in quegli anni sono state valorizzate anche durante i lavori di scrittura della Convenzione: la necessità di mettere a punto, a livello nazionale e internazionale, un coordinamento tra realtà sociali dedite al contrasto della criminalità organizzata e alla promozione dei diritti umani in rete con le istituzioni ha gettato le basi per un’azione integrata dal livello locale a quello globale.

Di fronte all’insuccesso dell’approccio esclusivamente repressivo, legislativo e giudiziario, Libera insieme a tante altre realtà della società civile ha promosso così un cambio di rotta nel contrasto alle mafie, estendendo il raggio d'azione della lotta verso l’orizzonte culturale, educativo e preventivo. In questi decenni Libera, insieme ai suoi partner internazionali, ha progressivamente volto il suo sguardo sulla dimensione transnazionale dei fenomeni criminali, avendo modo di monitorarne l’andamento e l’evoluzione anche fuori dai confini del nostro Paese, portandoli all' attenzione pubblica attraverso incontri, report, articoli, approfondimenti e denunce.

Come riporta l’indice Globale 2021 della criminalità Organizzata (Organized Crime Index 2021), promosso da Global Initiative against transnational organized Crime, ad oggi la maggior parte della popolazione mondiale vive in paesi con alti livelli di criminalità e tendenzialmente bassi livelli di resilienza al fenomeno. Secondo i dati forniti dall’indice il continente americano (nello specifico Centro e il Sud America) occupa il terzo posto tra i continenti con i maggiori livelli di criminalità, dopo Asia e Africa. I traffici maggiormente diffusi a livello globale riguardano la tratta di esseri umani, il traffico di migranti e quello di stupefacenti e di armi, anche se vi sono settorizzazioni differenti in base allo spazio e al tempo.

L’Europa è il penultimo continente, seguito dall’Oceania, per livello di criminalità mentre è al primo posto per resilienza al crimine organizzato grazie alla cooperazione internazionale e alle politiche dell’Unione Europea e dell’Italia ad oggi promosse. La tratta di persone è il mercato criminale più generalizzato, in cui i Paesi europei sono stati sia meta che transito, seguito dal traffico di droga e dal traffico di migranti. Capita di frequente che le organizzazioni criminali, italiane ed europee, sfruttano le lacune legislative, le guerre, le instabilità istituzionali per insinuarsi nei territori, allargando così lo spettro del loro potere e dei loro traffici. In America Latina, la Colombia detiene il primato del mercato di cocaina e conseguentemente gli stati a lei adiacenti sono considerati le principali zone di transito del mondo. Sempre in America Latina, oltre al narcotraffico si incontrano numerosi altri mercati criminali, tra cui spicca il commercio illecito di risorse non rinnovabili e i traffici riguardanti flora e fauna: ad esempio, il Brasile è lo stato che maggiormente commercializza legno illegale, traffico che ha incrementato la deforestazione amazzonica. È invece in America centrale che si concentra il mercato del traffico di persone e della tratta di esseri umani, soprattutto a Panama dove transitano e arrivano numerosi migranti venezuelani.
Per quanto riguarda il traffico di armi invece è il Messico ad avere un ruolo centrale smerciando le armi provenienti dagli Stati Uniti e dirette in Sud America. In Africa, il mercato criminale principale è quello che riguarda la tratta di esseri umani, seguito dal traffico di armi. Su 54 paesi africani si determina che trenta possiedono un mercato della tratta. Si noti inoltre come l’Africa orientale sia la regione del continente con il livello più alto di criminalità dove dominano la tratta di esseri umani e il traffico di armi, mentre il narcotraffico interessa maggiormente l’Africa occidentale. In ultimo va registrato il ruolo dei gruppi criminali che in paesi come il Sudafrica assumono i caratteri sempre più simili per struttura e pervasività delle mafie autoctone. In tale contesto si è progressivamente sviluppata l’area internazionale di Libera che oggi promuove tre reti internazionali: ALAS America Latina Alternativa Social, che conta più di 60 realtà attive in 12 paesi latinoamericani, CHANCE Civil Hub AgaiNst Organised Crime in Europe, 33 realtà in 17 paesi, e PLACE Peace and Liberation in Africa through Change and Engagement in Africa Subsahariana, 42 associazioni in 16 paesi.

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