Ars: Micciché rinuncia al Senato e rimarrà in Sicilia. Ma polemizza con Schifani e provoca il presidente Galvagno

di Giancarlo Drago
La decisione era stata già presa da giorni, ma è stata ufficializzata soltanto nel pomeriggio alla ripresa dei lavori d’ aula all’ Assemblea Regionale: l’ex presidente Gianfranco Micciché rimarrà deputato regionale rinunciando al seggio conquistato al Senato.
“Domani presenterò le mie dimissioni dal Senato perché ho deciso di rimanere in Sicilia e in questa Aula. Uno dei motivi che mi ha convinto a fare questo è perché sento il bisogno e il dovere di difendermi” ha detto Miccichè.
Il riferimento è al fatto che il gruppo del commissario regionale di Forza Italia conta solo tre componenti mentre il regolamento dell’Ars fissa in quattro il numero minimo. E, per continuare a esistere, il gruppo dovrebbe ricevere una deroga dalla presidenza dell’Assemblea.

Miccichè rivolgendosi direttamente al presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno, ha ricordato come nella passata legislatura, quando presiedeva l’Aula, sono state concesse alcune deroghe: “Nel momento in cui ci sono le condizioni mi chiedo perché non concedere la deroga. È un fatto discrezionale? Ma se una regola è soggetta a discrezionalità è la fine di questa Assemblea. Non voglio creare problemi, se vuole ha il diritto di non concedere deroghe però deve abolirle perché non può decidere in base al criterio della simpatia o antipatia. L’Ars è libera o è condizionata dalla discrezionalità e dalla cattiveria del presidente della Regione?”

Il presidente dell’ Ars Galvagno non ha polemizzato sulla sfida di Micciché ma ha voluto chiarire. “Sulla discrezionalità saremo molto attenti. Noi ci atteniamo al regolamento, è la nostra stella polare. Non è una scelta autonoma, ma la deroga sarà votata dai dieci componenti del Consiglio di presidenza”.

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