I rifiuti della Sicilia smaltiti nella lontana Danimarca. Emergenza eterna che costa tanto in soldi e immagine

di Giancarlo Drago
La Sicilia sta vivendo un boom turistico senza precedenti. Tanta valuta e più occupazione e utili per gli imprenditori del settore. Ma purtroppo anche tanti rifiuti in più, per cui sarebbe “creativo” rimandarli nei paesi di chi la produce.
Ecco che la Sicilia è pronta per farlo, efficiente come sempre. Invece di smaltirli nelle solite vetuste discariche o bruciarla nei demoniaci termovalorizzatori, la mettiamo su una nave e quindi su camion e la spediamo sin nella lontana e linda Danimarca.Idea apparentemente geniale, solo se il costo non fosse esorbitante e non rimbalzasse l’immagine di un’isola incapace di risolvere i propri problemi quotidiani se non trasformandoli in emergenze.

Si comincia dalla Sicilia Orientale, precisamente da Catania da dove i rifiuti partiranno per la Spagna quindi fino alla meta finale, la Danimarca, dove verranno bruciati in un termovalorizzatore a Roskilde, vicino Copenaghen. Un impianto che si trova nel centro cittadino, come c’è da decenni anche a Vienna nella piazza della Cattedrale, caratterizzato da una architettura con torre e facciata che nella notte splende di luci colorate.

Il costo totale dell’ operazione circa 23 milioni di euro per 60 mila tonnellate di immondizia , pari a 380 euro a tonnellata invece dei 250 che sarebbe costato lo smaltimento nelle discariche siciliane ormai sature.

Un rischio che corre anche la Sicilia occidentale se non si accelerano i lavori a Bellolampo e nelle altre discariche che interessano questa parte dell’ isola.

L’ Amministrazione regionale dibatte da parecchi anni termovalorizzatori si o no, senza lo straccio di un bando e di un atto concreto per avviare l’iter.

Intanto continueranno a pagare i Comuni disastrati economicamente e i cittadini ulteriormente tartassati dalla Tari.







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