La reliquia del Beato Puglisi ospitata nella questura di Palermo sino al 12 maggio. Lorefice:" Ognuno ha una corresponsabilità nella costruzione delle città più umana"

di Ambra Drago
Palermo da giorni ha iniziato un lungo cammino nel ricordo del Beato Puglisi, ucciso da Cosa nostra il 15 settembre del 1993 proprio nel giorno in cui cadeva anche il suo compleanno. E l'arcivescovo del capoluogo Corrado Lorefice questa mattina ha portato a piedi, la reliquia di Tre P ( così era chiamato dai suoi ragazzi di Brancaccio padre Puglisi) nel chiostro della Questura. Un percorso che lo ha visto insieme al questore Laricchia fermarsi a salutare i bambini dell'istituto Maria Adelaide prima di varcare l'edificio di salita Manganelli. I bambini hanno partecipato con tanto entusiasmo a questo momento significativo. La reliquia del Beato rimarrà esposta all'interno del chiostro seicentesco sino a domani alle ore 18. Un momento di comunione e preghiera con i tanti poliziotti, le autorità civili e militari. Per il Questore di Palermo Leopoldo Laricchia, “Questa iniziativa, che coinvolge tutte le Questure dell’Isola, è intesa a mantenere vivo il ricordo del parroco di Brancaccio che, in una terra dilaniata dalla guerra delle cosche mafiose allo Stato, era riuscito a fare breccia nelle coscienzedei tanti giovani del quartiere strappandoli alla strada, alla malavita efinanche ad un destino che per molti sembrava già scritto. Promuovendo molteplici iniziative rivolte ai giovani del quartiere e fornendo loro luoghi di incontro, di studio, di gioco, era riuscito ad instillare – ha proseguito il Questore - i valori sacri della fratellanza e di rispetto della legalità che gl ivalsero l’ostilità dei boss mafiosi”. 

E accanto al Questore in questa iniziativa anche don Massimiliano Purpura, il cappellano della Polizia di Stato che ha sottolineato ai presenti : " Come ricordava Augusto Cavadi il quale diceva la morte di un uomo é la chiave privilegiata per leggere il senso della sua esistenza. Questa indicazione ritengo valga anche per per la morte del Beato Puglisi. La sua morte ha una serie di concause e determinarono anche nella Chiesa cattolica una consapevolezza che poi portò, come ricordato il 9 maggio, alla condanna della mafia con il discorso Giovanni Paolo II ad Agrigento nella Valle dei Templi. Padre Puglisi predicava il rispetto delle Istituzioni, il rispetto della legge. Il sorriso e la dolcezza delle parole di padre puglisi sono risultate più potenti delle altre e della violenza mafiosa. La scelta far girare le relique anche nelle altre questure siciliane è perchè sono il cuore pulsante della presenza dello Stato nelle cittá. Ringrazio di cuore l'arcivescovo e il mio questore per aver condiviso ogni nostra iniziativa". L'arcivescovo Lorefice che ha impartito ai presenti la solenne benedizione ha sottolineato nel suo discorso come ognuno di noi ha una corresponsabilità nella costruzione delle città più umana. "Credo che in questo luogo, così come in tutte le questure della Sicilia, possa svilupparsi ulteriormente il messaggio che tutti dobbiamo impegnarci; certo, i martiri della giustizia e della fede comePino Puglisi lo hanno fatto con l’effusione del sangue ma tutti, ferialmente, ci dobbiamo impegnare a far sì che le nostre città siano liberate dal male che si struttura, come ad esempio quello della mafia.L’esempio del Beato Puglisi ci ricorda infine che dobbiamo essere tutti –semplici cittadini e rappresentanti delle istituzioni – sempre dalla parte dei più fragili: sono proprio a martiri a ricordarci questo impegno”.





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