Mafia: Ricordare Cassarà, Antiochia, Costa è rinnovare impegno contro le mafie

Trentotto anni fa vennero freddati il vice dirigente della mobile di Palermo, Ninni Cassarà e l' Agente di scorta Roberto Antiochia, da un commando mafioso che sparò oltre 200 colpi di kalashnikov. C'è un'immagine che immortala il dolore di sua moglie, seduta sulle scale al fianco al del marito, crivellato di colpi. In quella foto c'è il dolore di chi resta privato per sempre di un marito, di un padre, di un figlio, di chi si ama. Lo scatto coglie simbolicamente la terribile solitudine del dolore dei familiari delle vittime di mafia. Cassarà fu un eccellente investigatore che con il rapporto Michele Greco più 161 pose le basi del primo processo contro la mafia. I boss di Cosa nostra uccidevano tutti coloro che rappresentavano una reale minaccia per la loro esistenza, pochi giorni prima avevano assassinato il dirigente della catturandi di Palermo Beppe Montana. Sempre il 6 agosto di 5 anni prima le cosche uccisero il procuratore capo di Palermo Gaetano Costa. Cosa Nostra affermava il proprio potere con la violenza delle armi e con il sordo dolore del lutto che esse creavano. Ricordare gli uomini dello Stato che consapevolmente affrontavano i rischi a cui si esponevano nella lotta contro la mafia è la migliore motivazione per essere sempre vigili affinché la mafia non rialzi più la testa. Così in una nota Enzo Letizia segretario dell'Associazione Nazionale funzionali di polizia

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