"Siamo morti che camminano" trentotto anni fa l'omicidio del vice dirigente della Mobile Cassarà e dell'agente Antiochia

di Ambra Drago
Era il 6 agosto del 1985 quando il vice questore della Mobile Ninni Cassarà rientrando dalla questura nella sua abitazione di via Croce Rossa 81 a Palermo a bordo di un auto e scortato da due agenti, scese dall'auto per raggiungere il portone della sua abitazione quando un gruppo di nove uomini, guidati da Antonino Madonia, Giuseppe Greco e Giuseppe Giacomo Gambino appostati sulle finestre e sui piani dell'edificio di fronte, spararono sull'Alfetta con fucili mitragliatori d'assalto Ak-47.
L'agente Roberto Antiochia suo fedelissimo tornato da roma per stare al fianco di Cassarà dopo l'uccisione del capo della Catturandi Montana pochi giorni prima ( il 28 luglio 1985 a Porticello), trovò la morte. Fu in quell'occasione che il Capo della mobile disse "Convinciamoci che siamo cadaveri che camminiamo".
Cassarà, colpito dai killer quasi contemporaneamente ad Antiochia, morì sulle scale del pianerottolo tra le braccia della moglie Laura, accorsa in lacrime dopo aver visto l'accaduto insieme alla figlia dal balcone della propria abitazione.

Anni difficili e bui per Palermo che però a 38 anni di distanza si è fermata per ricordare questi due uomini di Stato. La signora Iacovoni accompagnata dal sindaco, dal questore di Palermo e dalla prefetta hanno deposto una corona sulla stele che si trova in piazza Giovanni Paolo II.

Subito dopo si è celebrata alla presenza anche dei diversi Dirigenti della Polizia di Stato di Palermo una messa nella Cappella della Soledad al fianco della Questura. I familiari di Cassarà, la signora Iacovoni con i tre figli Gaspare, Marida e Elvira e i nipoti insieme alle autorità civili e militari hanno ascoltato l'omelia del cappellano della Polizia Padre Massimiliano Purpura. "Carissima signora, ha sottolineato padre Massimiliano Purpura per lei e i suoi figli quel giorno ha segnato le vostre vite così come il vento che spezzando le rocce si è abbattuto su di voi. Signora Laura ( riprendendo un pensiero della grande giornalista scomparsa Oriana Fallaci9 mi rivolgo a lei definendola una donna libera e possiamo dire che non si può fare una rivoluzione senza voi donne che hanno una grande forza come ha dimostrato lei che ha cresciuto i suoi figli . Il coraggio di tante donne vittime della mafia che hanno avuto il coraggio con gli occhi aperti e noi tutti oggi ci inchiniamo" .
E poi ha concluso padre Massimiliano un pensiero ai tanti giovani che sono a speranza, dobbiamo noi adulti educarli alla legalità, al perdono, alla lealtà affinchè il sacrificio di questi uomini dello Stato non sia vano. Occorre un patto sociale tra istituzioni, società e scuola. Durante la giornata anche il sindaco Lagalla ha voluto esprimere un pensiero rivolto a questi due grandi servitori dello Stato: "ANel 38esimo anniversario dell’uccisione del vicequestore Ninni Cassarà e dell’agente Roberto Antiochia, assassinati per mano mafiosa, è viva ancora la memoria del loro operato e della loro lealtà verso lo Stato. Cassarà ebbe un ruolo investigativo di primo piano nell'istruzione del Maxiprocesso e, per questa ragione, rimane nel tempo un esempio per gli uomini delle forze dell’ordine che lavorano ogni giorno con coraggio per la legalità".

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